Death Parade (Anime) Recensione.

Caio a tutti

Ho cominciato a vedere Death Parade per caso girovagando su VVVVID. Finendo per vederlo tutto e tutto d’un soffio.

Scheda Death Parade

  • Titolo originale: Death Parade
  • Titolo inglese: Death Parade
  • Titolo Kanji: デス・パレード
  • Nazionalità: Giappone
  • CategoriaSerieTV 
  • Genere: Azione, Drammatico, Mistero, Psicologico, Soprannaturale 
  • Categoria: Seinen
  • Anno: 2015
  • Tratto da: Death Billiards (cortometraggio)
  • Episodi:12

Trama Death Parade

Dopo la morte, all’uomo è riservato un duplice destino: se è stato onesto in vita, andrà in paradiso; altrimenti ad aspettarlo ci sarà l’inferno. Tuttavia, alcune persone rappresentano l’eccezione: quando due individui muoiono contemporaneamente, la legge vuole che, prima del trapasso, vengano convocati in un posto fra i due mondi dell’oltretomba, per essere giudicati.

Arrivano così al Quindecim (dal numero latino Quindici), un bar gestito da un inespressivo cameriere e una ragazza dai lunghi capelli corvini. Invitati a prendere parte ad un gioco, che può andare dal biliardo al bowling, dalle carte alle freccette, i malcapitati sono costretti a mettere in palio la propria vita, di cui non hanno la consapevolezza di aver già persa. Durante il gioco, l’inespressivo barman, nei panni di giudice, emana il verdetto sulla condotta tenuta e decide se far reincarnare l’anima del defunto o spedirla nell’oblio.

Personaggi

Decim.

Il barista del Quindecim, situato al quindicesimo piano del palazzo. Il suo locale ricorda molto un Bistrot francese dai toni noir, e grossi acquari decorano tutto il locale. Il cui compito è quello di fare da giudice alle anime che giungono da lui. Il suo hobby è costruire manichini a immagine e somiglianza degli ospiti che ha dovuto giudicare; particolarmente inquietante se si considera che lui stesso è una bambola.

Pian piano inizia ad avere dubbi sull’effettiva validità del metodo dei Death Game, ritenendo di doversi avvicinare di più alla comprensione delle emozioni umane per ottenere dei giudizi corretti. Nonostante non provi emozioni, pian piano il suo velo di freddezza cade e viene visto esprimere sentimenti nella loro pienezza piangendo e sorridendo.

Chiyuki

Un’umana che non si ricorda il suo vero nome. È l’assistente di Decim e il suo compito è quello di fargli da aiutante nel corso dei vari giochi. Si scopre che i suoi ricordi sono stati presi proprio da Decim, il quale non l’ha potuta giudicare nei giochi in quanto, una volta entrata nel Quindecim, lei era già consapevole di essere morta. Più avanti recupererà i suoi ricordi: era una pattinatrice professionista, che dopo un infortunio fu costretta a ritirarsi.

Nona

Il capo di Decim che ogni tanto sovrintende ai giochi. Gioca spesso a biliardo con Oculus, vincendo sempre. È stata lei a immettere emozioni umane in Decim, e sempre lei c’è dietro il fatto che Chiyuki ricordasse di essere morta una volta entrata nel Quindecim.

È il capo della torre da bel ottantadue anni, vive nel livello più alto al piano novanta; anche lei come Decim è una bambola, ha lavorato come giudice prima di diventare sovrintendente.

Ginti

Barista del ventesimo piano, che gestisce il bar Viginti a tema giapponese tradizionale. Prova una certa ostilità verso Decim, e contrariamente agli altri giudici sembra essere più emotivo, arrogante e permaloso. Per un po’ anche lui avrà al suo fianco un’umana, per la quale non riuscirà fin da subito a decidere a quale giudizio destinarla.

Oculus

Etichettato come “colui che è più vicino a Dio”, Oculus passa il tempo libero giocando a biliardo galattico, spesso in compagnia di Nona. È un fervente sostenitore delle regole riguardanti i giudici, tra le quali quella secondo cui essi non possono provare emozioni, in quanto ciò li avvicinerebbe troppo agli esseri umani. 

Quin

La precedente barista del Quindecim, spostata ora al settore informazioni. ha una benda sull’occhio e adora ubriacarsi con i superalcolici. Ha un carattere allegro, e spesso è ospite di Nona al novantesimo piano.

Castra

Colei che osserva tutte le morti del mondo e decide chi sottoporre a giudizio. è una splendida donna che indossa un teschio di tigre dai denti a sciabola.

Clavis

L’ascensorista. mostra sempre un sorriso e uno sguardo cordiale, e sebbene sia sempre educato pare non interessarsi molto alle questioni altrui. Fa punto d’onore della sua puntualità, e sa sempre a che piano far arrivare l’ascensore. Inoltre custodisce le chiavi per i piani superiori.

Death Parade – Caratterizzazione Personaggi

Come detto nella scheda, è un’anime psicologico e questo é l’aspetto più importante in “Death Parade”.

Decim deve giudicare le anime, cercando di capire la loro storia, il loro carattere e le loro intimità. Decim però non ha sentimenti, non sa cosa siano e come si esprimono. Un giudice che discerne senza conoscere l’argomento. La domanda che mi sono posto la prima volta che ho letto di questo anime è “Come posso dare un’impronta emotiva e caratteriale ad un personaggio che non sa cosa siano le emozioni?”

Da questa domanda mi sono ricollegata mettendo Decim in parallelo ad un famoso personaggio letterario: Jean-Baptiste Grenouille de “Il Profumo” di Suskind. Grenouille non sa cosa siano i sentimenti e basa tutto ciò che sa dagli odori che percepisce. In maniera simile Decim basa tutto ciò che sa dall’obiettività. Se Grenouille usa il naso, lui usa la vista, senza entrare nei dettagli della psiche umana. Se vedo qualcuno che si comporta male, allora è male, a prescindere dal motivo e dai sentimenti che lo hanno spinto. Non prova empatia, è freddo, glaciale nei giudizi, basandosi solo su ciò che vede.

Rendere questo aspetto del barista del Quindecim non è affatto facile, ma nell’anime rende benissimo, nonostante la totale mancanza di espressività.

Death Parade ci catapulta anche all’interno della psiche dei giocatori del bar. Non ci limitiamo a conoscere la loro storia, ma a viverla noi stessi, scoprendo passo dopo passo i ricordi di ognuno, i sentimenti che provano al momento dell’epifania fino alla consapevolezza della morte.

Religione e mitologia in Death Parade

ciò che subito mi ha affascinata di Death Parade è stata la sua ambientazione ultraterrena, la quale svela ad un osservatore attento numerosi riferimenti religiosi, come la forma ricorrente del mandala buddista o gli acquari popolati da meduse, simbolo di immortalità – e a giusta ragione, dato che ne è stata scoperta una specie virtualmente immortale.

Un altro esempio è il richiamo alle Tre Parche. Le tre donne incaricate di filare, tessere e infine recidere il filo della vita di ogni uomo, attraverso i nomi stessi dei baristi Nona (corrispondente a Cloto) e Decim (da Decima, versione romana di Lachesi).
Mancherebbe all’appello l’ultima e più letale, Atropo, la quale è probabilmente rappresentata dal personaggio di Castra, la “Regina dei Morti” che smista le anime ai vari locali.

Sebbene disseminato di questi piccoli e intriganti dettagli, personalmente avrei preferito che lo sfondo mitologico di Death Parade venisse esplorato più a fondo, soprattutto nel funzionamento di questo particolare oltretomba che si frappone ai destini finali di resurrezione od oblio.

Infatti, anche se viene dato spazio alla spiegazione del processo di giudizio, il contesto più ampio dell’aldilà rimane parzialmente in ombra, non so se per focalizzare l’attenzione sulle anime in transito o se per scelta narrativa, in quanto a noi comuni mortali non dovrebbe essere dato conoscere tutto del meccanismo divino.

Death Parade – Il lato tecnico

Venendo ai tecnicismi, di sicuro possiamo dire che Death Parade è ottimamente realizzato sia in termini di disegni che di animazione.
L’estetica è certamente una delle più evocative che abbia mai sperimentato in un anime, il che si applica attraverso ogni momento della serie, anche e soprattutto in quelli più crudi e violenti.

Un plauso speciale va al comparto musicale, in particolar modo alla scelta della colonna sonora.
Aprendo l’episodio con Flyers dei Bradio, infatti, rimarremo sicuramente spiazzati e potremmo pensare di aver frainteso completamente il genere ed essere davanti a una specie di commedia.


Ma non preoccupatevi, godetevi la canzone e andate avanti, scoprirete che il contrasto di tono con la storia ci sta incredibilmente bene.
Arriverete infine alla ending, Last Theater dei NoisyCell, che dopo il trauma dell’episodio sarà invece in grado di esprimere tutta l’angoscia con cui state fissando lo schermo.

Menzione d’onore va di sicuro a Moonlit Night di Yuki Hayashi, tema musicale ricorrente che accompagna alcune delle scene più emozionanti, nello specifico un momento chiave dell’episodio 11, Memento Mori.

Gli spunti di riflessione dell’opera

Senza dubbio il primo punto di riflessione è la moralità della storia, ci ritroviamo come all’epoca con Death Note: è giusto oppure no giudicare le persone spedendole al “paradiso o all’inferno” da esseri dotati di libero arbitrio in senso stretto a questa funzione? Death Parade purtroppo ce ne da la conferma, mettendo i vari protagonisti nelle condizioni di farlo per davvero.

Decim come anche altri giudici presenti all’interno della storia sono fatti proprio per questo motivo: giudicare.

Ma in realtà il vero scopo di Death Parade è il seguente: in base a cosa si giudica l’anima di una persona?

Da come ha vissuto o da come ha avuto la sua dipartita?

Vedete, nella storia spicca un personaggio femminile che affiancherà sempre Decim nei suoi giudizi, il fulcro della storia sarà proprio quella ragazza.

Opinione Personale Death Parade

Si è soliti dire che nulla è certo, solo la morte. La morte è forse uno dei più grandi quesiti della vita: perché moriamo? Dove andiamo una volta passati a miglior vita? Ci aspetta un paradiso, un inferno o il nulla totale? Sono solo alcune tra le domande più frequenti che ci poniamo, pensando all’ineffabile destino. Se una volta esalato l’ultimo respiro dovessimo essere giudicati in base a come abbiamo trascorso le centinaia di ore della nostra vita, chi potrebbe mai pronunciarsi?

Death Parade cerca di dare una risposta a queste domande, immaginando di usare il bar Quindecim come via di passaggio tra redenzione e condanna eterna, tra paradiso ed inferno, e di affidare quel ruolo che per gli Egizi era di Osiride, e che per Dante era di Minosse, a un barman freddo e misterioso: i barman, si sa, sono gli psicologi dei giorni nostri. In questo assurda area di transizione si giunge solo ed unicamente attraverso due ascensori, sovrastati da maschere del teatro giapponese di una geisha e di Han’nya (metafora dell’angelo e del demone)

E’ possibile accedere al locale solo dopo esser morti, non importa quali siano state le circostanze, e si verrà privati dei ricordi degli ultimi momenti che ci hanno condotto nell’aldilà. Dentro al bar ci si potrà accomodare al bancone, magari bere anche un drink, in compagnia di Decim, l’oste, e della sua giovane e dolce assistente, che porta umanità e una ventata di aria fresca al racconto.

Decim ci inviterà a prender parte ad un gioco, che deciderà le nostre sorti in base alla nostra condotta: egli, in quanto giudice, deciderà se condannarci all’oblio eterno o farci reincarnare in un altro corpo.

I giochi a disposizione sono numerosi, tutti in sintonia con il bar, ma ne verrà scelto solo uno, dopo aver azionato una roulette tramite un pulsante rosso. Il barista spiegherà le regole ed i giochi potranno avere inizio. Non si potrà lasciare la sala se non prima di aver preso coscienza della nostra dipartita.


Attenzione: Decim, in quanto unico giudice indiscusso del bar, può mutare a proprio piacimento l’esito della partita.

Un annotazione

In Giapponesi sono, per la maggior parte, Shintoisti, il che implica che il suicidio non viene affrontato in maniera negativa, come invece succede per molte altre religioni. Se pensiamo all’epoca samurai, la pratica del seppuku o harakiri, era considerata un’usanza normale per mantenere intatto il proprio onore. In uno stato come il Giappone l’idea del suicidio è parte integrante della loro cultura, è un gesto naturale, come se fosse la risposta a tutti i problemi della vita. Quindi non dobbiamo meravigliarci se nell’anime le persone che si sono suicidate hanno una seconda possibilità attraverso la reincarnazione. Ovviamente quelli che hanno questa chance, sono coloro che hanno capito il loro errore e che comprendono quanto dolore hanno causato alle persone che sono ancora in vita e che li amavano; perché se uno non arriva a comprendere quanto il gesto che ha compiuto è stato grave, merita l’oblio.

In Conclusione

Death Parade, sebbene possa sembrare ironico, cela anche un inno alla vita: invoglia a non dispiacersi per come abbiamo condotto la nostra esistenza e a non preoccuparci della morte, perché essa è solo una triste ma naturale conseguenza della vita stessa.

Death Parade quindi è un anime assolutamente consigliato, soprattutto per chi non cerca intrattenimento fine a sé stesso: di sicuro Yuzuru Tachikawa ha un messaggio da trasmetterci, anche se forse non si tratta tanto di una dichiarazione quanto di un invito alla riflessione.

Voi avete visto Death Parade? Cosa ne pensate? scrivetemelo qui sotto o sulla mia  pagina Facebook.

Per leggere recensioni di altre Anime Cliccate Qui: Anime

Se non lo avete ancora visto lo potete vedere qui: Death Parade e Death Billiards

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🖖

Alla prossima

Pubblicato da nonsolomanga

Sono Claudia, sono una lettrice accanita sin dalla tenera età. Con il tempo ho ampliato l'amore per i libri a quello per i manga nonché anime. Ma sono anche una grande appassionata di film e telefilm e collezionista.

22 Risposte a “Death Parade (Anime) Recensione.”

  1. Adoro tutti gli anime giapponesi, ma questo in Particolare. Death Parade ha davvero una trama molto coinvolgente, ed i personaggi sono davvero ben studiati ed intriganti.

  2. Mi piacciono molto gli anime giapponesi e questo mi ha incuriosita la trama appena ho un attimo lo voglio vedere.

  3. Mi piacciono gli anime giapponesi questo lo avevo approcciato e devo riprendere la serie. La trama di Death Parade lo si deve ammettere, è così coinvolgente. Consiglio ad appassionati. – Paolo

  4. Sono rimasta molto colpita dalla recensione di questo anime. La grafica è davvero molto ricercata e, per certi versi in alcuni personaggi, mi ricorda quella di Neogenesis Evangelion. Non posso però nascondere una punta di inquietudine all’idea, se pur sceneggiata, di un giudice – barista senza emozioni che giudica le anime delle persone non sapendo realmente cosa significhi essere ‘umani’ se non attraverso la mera osservazione esterna. A tal proposito mi è piaciuto il confronto con il protagonista di ‘profumo’ così lontano dalle persone ma allo stesso tempo così convinto di poterne carpire l’intimo attraverso i loro profumi.
    Maria Domenica

  5. Mi piacciono gli anime ma, tranne grossi nomi come Naruto, DragonBall, Death Note, One Punch Man e via discorrendo, non ne sono mai diventato un “divoratore”. Mi piace comunque scoprire sempre titoli nuovi o interessanti, e questo Death Paradise sembra fare al caso mio. Grazie mille per il consiglio.

  6. Ciao Francesco. Ci sono molti anime che sono meravigliosi, ma in Italia (ma che in Giappone hanno spopolato) poco conosciuti perché non ricevono la risonanza mediatica dei telefilm o film. Se ci fai caso, i pochi film animati giapponesi che vengono trasmessi al cinema (per un giorno massimo due) sono appunto Nomi notissimi come Dragon Ball o Lupin o che hanno vinto qualche premio a livello internazionale e quindi non si può far finta che non esistano.

  7. Ciao Maria Domenica. Ti consiglio caldamente di vederlo, l’evoluzione del protagonista in una maggiore consapevolezza di se e di chi lo circonda é il fulcro, le ultime puntate un piccolo capolavoro.

  8. Adoro le descrizioni che fai accurate degli anime, perché mi fai conoscere delle novità che non ho mai visionato. Grazie per i tuoi consigli!

  9. Sembra un anime dalla storia molto interessante. Solo una cosa non ho capito: hai scritto che ci sono più piani e almeno due bar. Ma in ciascun bar ci sono delle sfide tra anime o solo in quello del protagonista? E i baristi sono tutte bambole? Scusa ma non conosco molto bene la cultura giapponese: perché poi mettere una bambola?

  10. Cia Silvia.
    Andiamo per ordine, si ci sono più piani ma viene detto il numero esatto, in ogni bar c’é un barista che gestisce in maniera differente i giudizi con sfide diverse. I giudici sono tutti bambole, perché in questo modo non sono corrompibili dagli sfidanti non essendo vivi.

  11. Un anime dalla trama davvero intrigante che credo proprio recupererò a breve. Trovo sempre interessante come i Giapponesi riescano a parlare della morte e del giudizio su di essa con estremo tatto e in un modo originale. Ti ringrazio molto per aver parlato di Death Parade che altrimenti non avrei scoperto.

  12. Grazie alla tua segnalazione ho guardato questo anime, che ho trovato su Netflix tra l’altro!
    Io e mio marito lo abbiamo adorato, davvero ben fatto, fa davvero pensare molto.
    Peccato non ci sia una seconda stagione perchè mi ero proprio appassionata!

  13. Hai altri anime che ti prendono fin da subito, magari un pò inquietanti, praticamente qualcosa simile a questo?
    MI affido a te che ne conosci molti più di me!
    P.S. Io ora sto cercando di mettermi in pari con One Piece, Detective Conan, Sailor moon e gigi la trottola,pensa come sono messa!

  14. Ciao Silvia.
    Sailor moon, l’ho adorato da ragazzina. Ho il cofanetto con le vecchie serie e quella nuova, ma ti consiglio di riguardare la vecchia serie e di cercarla sottotitolata e non doppiata ci sono tante scene che canale 5 all’epoca censurò. Serie simili, ti direi: Psycho Pass. Una serie del quale ti parlerò a breve nel blog

  15. Molti anime che mi incuriosiscono come questo purtroppo in Italia non sono famosi e io se non fosse per te non li avrei mai conosciuti. Me lo sono segnato per vederlo assieme a mia sorella che ne va matta!

  16. Amo molto guardare gli anime, anche se non riesco a condividerne i pensieri. Hai ragione i Giapponesi vedono la morte e il suicidio diverso da noi, è la loro cultura.

  17. Death Parade mai visto, avevo visto Death Note e infatti, come hai sottolineato anche tu, ci ho ritrovato molto del “giudizio” in quello che hai scritto. Tra i vari personaggi, leggendoli, mi sono innamorata di Castra, ovviamente, già solo da come si presenta. Gli spunti di riflessione sono molto profondi. Gli darò un’occhio

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