Ciao a tutti.
Oggi volevo parlarvi di un manga in volume unico: Fragments of Horror
Scheda Fragments of Horror:
- Titolo originale: Ma no Kakera
- Titolo inglese: Fragments of Horror
- Nazionalità: Giappone
- Casa Editrice: Asahi Shimbunsha
- Disegni: Junji Itō
- Storia: Junji Itō
- Categoria: Josei
- Genere: Horror
- Anno: 2013 – 2014
- Volumi: 1
Trama Fragments of Horror:
È un antologia dal maestro dell’horror Junji Itou. Il volume contiene otto storie autoconclusive.
Una serie di storie brevi che affondano le proprie radici in diversi sottogeneri della narrativa dell’orrido, esplorando tanto lo splatter e arrivando fino a un horror prettamente più psicologico e dalle tinte drammatiche.
Sono 8 i one-shot racchiusi nelle oltre 200 pagine di cui si compone
Fragments of Horror: i titoli sono, in ordine di apparizione:
- Futon, Il mistero della casa di legno
- Tomio – Il dolcevita rosso
- Separazione graduale
- Bisturina
- L’uccello nero
- Magami Nanakuse
- La donna che bisbiglia all’orecchio
In Futon abbiamo due fidanzati legati da un incubo: misteriose e inquietanti allucinazioni rendono un ragazzo talmente inquieto da decidere di non uscire mai più da sotto il Futon, ovvero il tradizionale materasso pieghevole proprio della cultura casalinga giapponese.
Il mistero della casa di legno: qui abbiamo un padre ossessionato dall’amore verso la sua casa e una figlia che, col tempo, scopre un segreto terribile e oscuro celato tra le travi dell’abitazione, costruita interamente in legno.
Tomio – Il dolcevita rosso: suggestiona fortemente per i suoi toni splatter, derivati da una megera che maledice un povero giovane, il quale deve mantenersi costantemente la testa per evitare che essa si stacchi dal collo, recidendo ogni collegamento nervoso e provocandone la morte istantanea; allo stesso modo
Bisturina: è un viaggio rivoltante nelle perversioni di una giovane che si eccita nel dissezionare gli esseri viventi.
Separazione graduale, così come La donna che bisbiglia all’orecchio, sono due racconti estremamente toccanti e malinconici, basati sul valore dell’appartenenza e sul dolore derivato da una perdita. Se nella prima si esplora a fondo l’amore per i propri defunti, nella seconda invece si mettono a nudo le ossessioni e le necessità dell’animo umano.
L’uccello nero e Magami Nanakuse: strizzano l’occhio alle ambiguità e alle stranezze della natura e
Junji Ito Il Maestro dell’Horror:
È un vero e proprio gigante della narrativa horror giapponese. Vero e proprio pilastro del genere, la sua carriera parla da sola e annovera alcune tra le opere più influenti nel panorama dell’orrido orientale. Se già sul finire degli anni Novanta l’autore si è fatto conoscere con un capolavoro di nome Uzumaki – Spirale.
Leggendo qualunque storia scritta e disegnata da Junji Ito ci si accorge facilmente perché è considerato il sensei della narrativa horror giapponese. Ogni elemento della sua poetica, che sia narrativo, stilistico o visivo, colpisce profondamente l’animo del lettore come un violento pugno nello stomaco, sia nella reazione alla rappresentazione dell’orrido che sul piano emotivo, poiché molto spesso la morale di fondo delle storie del maestro conducono verso epiloghi dalle tinte fortemente drammatiche.
Il tratto pulito e lineare dell’autore fa da contraltare alle aberrazioni partorite dalla sua mente, un mosaico di figure deformate di stampo decisamente nagaiano soprattutto nelle tavole più estreme.
Opinione Personale Fragments of Horror:
Le opere di Junji Ito, siano esse storie brevi o racconti più lunghi, parlano da sole. il modo in cui Junji Ito esaspera e trasforma la realtà continua ad essere sorprendente: l’attenzione al dettaglio che riserva per ogni tavola ed il continuo intrecciarsi delle vicende con fenomeni del tutto soprannaturali, folli, ma in un certo qual senso anche razionali mostrano in maniera molto chiara e netta un estro narrativo assolutamente invidiabile, capace di conquistare per la bellezza di ciò che racconta prima e di incantare per la semplicità con cui riesce a rendere straordinariamente inquietanti situazioni ad un primo sguardo ordinarie dopo.
Veri e propri frammenti, fini e taglienti come vetro, abitano le pagine di una raccolta capace di raccontare le profondità dell’animo umano attingendo in maniera sublime all’immensità di un mondo sensibilmente extrasensoriale.
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Alla prossima.
🖖
Bella la raccolta. Finisco di approfondire l’horror cinematografico italiano (fatalità, proprio in questi giorni sto recuperando Argento, Bava, Avati ecc) e poi mi butto sui manga giapponesi.
Apperò che titolo devo averlo, il Giappone in fatto di storie horror non è seconda a nessuna e questa è una perla rara da avere assolutamente.
L’Urlo di Munch è il quadro che ho portato all’esame di maturità riproducendolo a misura originale (ho fatto liceo artistico) ed intorno al quale è ruotata praticamente ogni materia. Ok, non interessa a nessuno ma era solo per dire che vista la copertina del manga non posso resistergli per niente al mondo! *_*
Buona serata
Luna
I manga horror sono per me un’assoluta novità. Non ne ho mai letto uno fino ad oggi. Per questo sono curiosa di capire in che modo viene reso il pathos e la drammatizzazione dei personaggi e delle loro storia in questo.
Maria Domenica
La copertina è bellissima e mi ha colpita subito, poi in Giappone sono dei maestri dell’Horror, sono capaci di creare storie accattivanti e spaventose con poco. Non conoscevo questa antologia, ma mi piacciono che siano storie autoconclusive…penso che gli darò una possibilità