I Vampiri più famosi della storia: Il Conte Dracula ovvero Vlad III di Valacchia (parte 2)

Ciao a tutti. Nel capitolo precedente abbiamo preso in esame le leggende sulla figura di Vlad III di Valacchia che hanno contribuito alla nascita del mito del conte Dracula. Oggi parleremo invece di Vlad III di Valacchia come figura storica.

I Vampiri più famosi della storia: Il Conte Dracula ovvero Vlad III di Valacchia (parte 2)
Vlad III di Valacchia

Il suo mito ha inizio nel 1463, anno di pubblicazione del libro “La storia del Principe Dracula” che dalla Romania il racconto si divulgò anche in altri Paesi e altre culture anche tramite tradizione orale, spesso modificata e adattata, arricchendosi di folclore e mistero. L’artefice della popolarità del Conte fu poi l’autore irlandese Bram Stoker che nel 1897 pubblicò il suo libro DRACULA. Ebbe un enorme successo nonostante lo scrittore non si recò mai nelle terre d’origine del suo protagonista ma si limitò a documentarsi: questo personaggio si ispira alla figura storica di Vlad III di Valacchia. Ma chi era veramente Vlad III di Valacchia?

I suoi Nomi

Vlad III Dracula

Durante la sua vita, Vlad scrisse il suo nome in documenti latini come Wladislaus Dragwlya, voivoda partium Transalpinarum (1475). Il suo patronimico rumeno Dragwlya (o Dragkwlya) Dragulea, Dragolea, Drăculea, deriva dall’epiteto Dracul portato da suo padre Vlad II, che, nel 1431, divenne membro dell’Ordine del Drago, un ordine cavalleresco fondato nel 1418. Il simbolo di questa confraternita era appunto un dragone prostrato, con la coda avvolta attorno al collo. Sulla schiena dell’animale, si trovava una croce, che alludeva al trionfo del Signore sul maligno. Nel Medioevo, il drago era simbolo del demonio, ecco spiegata l’origine dell’appellativo Dracul. In romeno, Dracul significa “il Diavolo”: drac “diavolo” e ul, articolo determinativo suffissale, “il”. Draculea quindi è, come già detto, un patronimico, che rientra nell’ampio gruppo dei nomi romeni con uscita in -uleaDraculea significa quindi, “figlio del Diavolo”.

Vlad Tepes

Vlad Tepes
Vlad Tepes

Il soprannome Țepeș (“Impalatore”) venne dato a Vlad postumo, nel 1550 circa. Infatti, i cronisti rumeni che scrissero più di un secolo dopo la sua morte, preferirono descriverlo facendo riferimento al suo sistema preferito di tortura, ossia l’impalamento: Țepeș in romeno significa palo, da cui l’italiano “impalatore”. 

Vlad III Gospodaro

Il meno conosciuto dei suoi nomi. Gospodaro il titolo dei principi di Valacchia e Moldavia.

Vlad III di Valacchia

Vlad nacque in Transilvania e più precisamente a Sighișoara nel 1431, che all’epoca, faceva parte del regno d’Ungheria. Vlad II si trovava lì con la famiglia attendendo, sotto la protezione di re Sigismondo, un momento propizio per impadronirsi del trono di Valacchia.

Il padre di Vlad, era il figlio del voivoda (voivoda è di origine slava e indica una monarchia elettiva il cui potere era detenuto principalmente dai boiardi – membri dell’alta aristocrazia feudale -). Mircea I cel Bătrân. La madre di Vlad, rimane sconosciuta, anche se si crede che il padre fosse sposato con la principessa Cneajna di Moldavia. Aveva anche due fratellastri maggiori, Mircea II di Valacchia e Vlad Călugărul, e un fratello minore, che sarebbe divenuto sovrano con il nome di Radu III il Bello.

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Vlad II Dracul

Vlad II Dracul Poco dopo essersi insediato a palazzo il padre di Vlad III dovette fare subito i conti con la triste realtà del piccolo Principato Valacco, geograficamente schiacciato tra due grandi potenze dell’epoca, quali l’Impero ottomano e il Regno d’Ungheria.

Data la sua collocazione, i sovrani valacchi, per garantire la sopravvivenza dello Stato, avevano sempre dovuto legarsi a uno dei due scomodi vicini, l’alternativa sarebbe stata essere fagocitati da essi. Vlad Dracul, che sino ad allora era stato supportato dal Re ungherese, Ladislao V, decise di mantenere un atteggiamento ambivalente, scendendo a patti con il Sultano ottomano Murad II. Ciò fece infuriare Ladislao che provvide a detronizzare Vlad II Dracul, sostituendolo con un altro pretendente, Basarab II. Il giovane Dracula fu dunque costretto a seguire suo padre alla corte ottomana, dove il Principe dovette ripiegare, nella speranza di poter riprendere il trono con l’appoggio del Sultano. Il trono valacco fu effettivamente ripreso da Vlad II Dracul che, però, in cambio dell’aiuto di Murad, dovette lasciare alla corte di Adrianopoli (capitale ottomana sino al 1453, ossia l’anno della conquista di Costantinopoli) due suoi figli, per far sì che essi fungessero da assicurazione della fedeltà del Voivoda all’Impero ottomano. La scelta ricadde Vlad III e sul fratello Radu.

I Vampiri più famosi della storia: Il Conte Dracula ovvero Vlad III di Valacchia (parte 2)
Valacchia

Alla corte del Gran Turco, il giovane Vlad III, poté osservare la complessità del potere ottomano e la cieca fiducia e obbedienza che i sudditi nutrivano verso la figura sultanale. Il sultano poteva disporre liberamente di ogni persona, a prescindere dal rango di essa, ed era padrone incontrastato di ogni cosa, dato che qualunque nomina era espressione della sua volontà. Oltre a ciò, Vlad III, nei suoi anni ad Adrianopoli, apprese le raffinate tecniche di supplizio ideate dagli ottomani, tra le quali era presente quella dell’impalamento. Nel frattempo il padre di Vlad III, durante il suo regno alternò continui voltafaccia. Questo comportamento stancò il Re d’Ungheria che decise di rimuovere il Voivoda, che in seguito fu catturato e giustiziato. Vlad e suo fratello minore Radu rimasero, dunque, alla mercé del Sultano. Passati alcuni anni, Vlad III colse l’opportunità di prendere il posto che era stato di suo padre. Nel 1448 marciò alla volta di Tirgoviste con un piccolo esercito offertogli dal Sultano e la conquistò. La prima esperienza da principe per Vlad III durò ben poco poiché, il vecchio voivoda Vladislav II, dopo soli due mesi, riprese il suo posto.

Vlad Tepes

Dopo varie vicissitudini e alcuni anni di esilio in Moldavia, Vlad III ricevette la fiducia della Corona ungherese e nel 1456 riuscì a salire per la seconda volta sul trono della Valacchia, più maturo rispetto alla prima volta e con la ferma volontà di rimanerci a lungo. Il nuovo Gran Voivoda cercò di governare il proprio Regno cercando di porre in essere ciò che aveva appreso presso la corte di Adrianopoli nel corso della sua giovinezza. Cercò di amministrare rigidamente la sua terra, da tempo immemore ostaggio delle potenze confinanti e scossa da continui capovolgimenti interni, aggravati dall’avidità dei boiari che anteponevano il proprio tornaconto alla stabilità e al benessere del Principato. Vlad sapeva che proprio nei nobili risiedeva gran parte della colpa della situazione attuale e prese subito delle contromisure. Nel giorno di Pasqua invitò molti boiari ad un banchetto e colse l’occasione per imprigionare e giustiziare quelli che si erano dimostrati maggiormente avidi e nocivi per il Regno. Inoltre, seguendo il metodo ottomano, nominò nuovi boiari personalmente, tra i sudditi che riteneva più fedeli. In tal modo voleva cercare di creare una classe regnante maggiormente coesa e interessata alle sorti della Valacchia. Inoltre, per tre anni consecutivi, risparmiò al suo popolo l’umiliazione di veder partire i propri giovani alla volta del Sublime Impero. Difatti, uno dei tributi che i sultani avevano sempre preteso dai regnanti valacchi era quello di poter prendere annualmente dei bambini per portarli alla corte sultanale, in modo da crescerli con un’educazione islamica e militare, così, una volta maturati, sarebbero andati ad ingrossare le file dei giannizzeri – corpo d’élite dell’esercito ottomano.

Vlad Tepes

Durante il suo regno Vlad III rafforzò i suoi legami con il nuovo re d’Ungheria, Mattia Corvino – figlio del defunto, grande condottiero, János Hunyadi – che gli aveva promesso in sposa una componente della famiglia reale magiara. Visto il reiterato atteggiamento di sfida del Draculesti, il sultano Maometto II decise di tendere una trappola al Voivoda, costringendolo con l’inganno a entrare in territorio ottomano, per poi ucciderlo. Mandò, dunque, due dignitari a Tirgoviste per intimare a Vlad III di seguirli fino a Costantinopoli, dove avrebbe dovuto portare di persona il proprio tributo, in segno di umiltà e sottomissione al Sultano. Dracula finse di accettare e una volta superato il Danubio, quando i soldati al seguito degli emissari cercarono di ucciderlo, lui e gli uomini che aveva portato con sé ebbero la meglio sui nemici. Per risposta all’imboscata, Vlad compì un’azione mai tentata prima da nessun regnante europeo dell’epoca: penetrare in territorio ottomano. Passato il Danubio devastò ogni villaggio sul suo cammino. Questa azione, oltre che essere una rappresaglia, aveva l’obiettivo di eliminare più akindji possibile, in modo da limitare le rappresaglie in Valacchia. A causa di questa spedizione, gli osmanli persero più di ventimila uomini e per il Fātiḥ di Costantinopoli fu un affronto inaccettabile.

Vlad Tepes

Nel 1459 Papa Pio II lanciò un appello alla crociata, per difendere l’Europa dallo spauracchio musulmano, che allora pareva inarrestabile. In più, dopo l’ardita impresa del Gran Voivoda, nel 1462, giunse voce che il Gran Turco stava radunando un esercito composto da ottantamila uomini, dunque, addirittura più numeroso di quello che aveva violato le mura bizantine quasi dieci anni prima, con l’intento di annientare il Principato valacco. Vlad III e il Papa si affrettarono a chiedere l’aiuto di Mattia Corvino che, però, non accolse le suppliche, data la scarsità di denaro a disposizione e per paura di una disfatta totale. La Valacchia si ritrovò da sola contro lo Stato più potente dell’epoca. Riuscì a mettere insieme un esercito di circa trentamila uomini, per la maggior parte contadini frettolosamente addestrati e mal equipaggiati. Nonostante l’Impietosa inferiorità numerica, grazie ad azioni fulminee, condotte spesso di notte e alla tattica psicologica del terrore, che consisteva nel far trovare impalati lungo il percorso i soldati turchi fatti prigionieri, Vlad III arrivò addirittura ad un passo dall’eliminare Maometto II, nel corso di un assalto, lanciato prima dell’alba, all’accampamento turco. Questo avvenimento e lo sgomento provocato dalla visione dei soldati sottoposti metodicamente al supplizio del palo convinse il Fātiḥ a rinunciare alla campagna e a ritornare verso Costantinopoli. Lasciò, però, l’esercito sotto il comando del fratello di Vlad III, Radu, che riuscì a spodestare il Voivoda, costringendolo alla fuga. Dopo essere stato arrestato dagli ungheresi, nel 1476, Vlad III marciò per la terza volta su Tirgoviste e poi su Bucarest – città da lui stesso fondata, che divenne la sua capitale. Dracula dopo pochi mesi subì un attacco da Basarab III e durante la battaglia un soldato amico, probabilmente corrotto da Maometto, colpì a morte il Voivoda, alle spalle. Finiva così la vita del Principe Crociato. La sua testa fu mozzata e portata in ogni angolo dell’Impero ottomano, in cima ad una picca, come monito verso chiunque avesse osato sfidare il Sultano.

Vlad Tepes

Com’è possibile notare, le due principali peculiarità per cui Vlad III è conosciuto si devono ai turchi. Difatti, è da essi che imparò l’impalamento, tecnica che utilizzò di frequente durante il suo regno – all’epoca ogni regno faceva largo uso di supplizi – e da loro fu chiamato Kaziglu Bey (Signore Impalatore), appellativo che poi si propagò in tutti i Balcani. Infine, sempre gli osmanli, cominciarono ad associare il Voivoda agli spiriti della notte. Le suddette spiegazioni, tuttavia, non bastano a far comprendere il motivo della fama del Principe vissuto nel XV secolo. Le voci su Vlad III e la sua natura demoniaca principiarono grazie ad un pamphlet intitolato “Storia del Voivoda Dracula”, stampato a Vienna nel 1463. In questo breve scritto, da cui, in seguito, presero spunto altre edizioni più elaborate, sono enfatizzate le crudeltà dell’Impalatore. Un’attenta analisi dei libelli fa intuire che, spesso, i fatti narrati siano solo aneddoti, privi di qualsivoglia valenza storica, volti soltanto a screditare il Draculesti.

Vlad Tepes

Dietro a questi pamphlet, quasi certamente, sono rintracciabili i mercanti sassoni della Transivania. Questi avevano tutto l’interesse a diffamare il Voivoda valacco, poiché, durante il suo regno, non aveva garantito loro l’esenzione dai dazi per commerciare in territorio sub-carpatico – cosa sempre garantita dai precedenti regnanti –, inoltre, Vlad III, aveva ripetutamente attaccato i villaggi sassoni, sopratutto quando questi, contravvenendo agli accordi stipulati, avevano ospitato ben due pretendenti al trono di Tirgoviste. Da ultimo, a completare l’opera denigratoria, pensò la corte ungherese che rimpinguò i racconti con altre efferatezze spudoratamente inventate. Ciononostante, i libelli, farciti di mostruosità indicibili, ebbero grande successo e contribuirono a creare la leggenda del principe assetato di sangue da cui Stoker, quattro secoli più tardi, trasse ispirazione per il suo famoso romanzo.

Vlad Tepes
Dracula Romanzo

Malgrado la cattiva pubblicità fatta al Voivoda, è interessante notare come la sua visione cambi radicalmente da occidente ad oriente. Se in occidente, a seguito della diffusione dei pamphlet calunniosi, Vlad III è ricordato come un mostro sadico, in oriente dove l’influsso dei libelli fu minore, egli è visto come un principe devoto alla causa ortodossa, strenuo avversario degli infedeli. Oltre a ciò va ricordato che Vlad III non inventò alcun tipo di supplizio e si limitò a mettere in pratica ciò che aveva visto durante la sua esperienza ad Adrianopoli. Sicuramente, utilizzò queste tecniche mortali con una maggior frequenza, ma solo perché furono le gravi condizioni in cui versava il suo regno ad imporre una mano più ferrea. È un fatto che durante il suo secondo regno, ovvero quello più duraturo, la Valacchia conobbe una indipendenza e una stabilità mai avuta prima. Il Voivoda, molto probabilmente, pagò la forte volontà di non voler chinarsi di fronte ai suoi scomodi vicini e questo segnò la sua vita e addirittura il suo ricordo storico.

Vlad Tepes
Busto di Vlad l’Impalatore a Sighișoara, suo luogo di nascita

Vlad III e il mistero della sepoltura

Non si conosce il luogo dove vennero inumati i resti di Vlad Țepeș: la tradizione vuole che quando la testa di Vlad fu portata a Costantinopoli, il suo corpo venne sepolto senza cerimonie dal suo rivale, Basarab Laiota, nel monastero di Comana. Solamente a partire dal XIX secolo, si è sparsa la voce che Vlad fosse stato sepolto nel monastero di Snagov, su un’isola, nel bel mezzo di un lago situato a trentacinque chilometri a nord di Bucarest.

Studi archeologici sul sito, avvenuti nel 1933, hanno portato alla scoperta che la presunta tomba di Vlad, è completamente vuota. In un’altra tomba scoperta nel monastero, venne rinvenuto un corpo con indosso abiti sontuosi e un anello con il simbolo del dragone Tale corpo, data la presenza della testa, non è certamente quello di Vlad III.

Secondo alcuni studiosi, è probabile che il corpo di Vlad Țepeș sia stato bruciato mentre secondo altri sarebbe stato smembrato dai turchi sul campo di battaglia oppure a Istanbul.

Nel giugno 2014, sono state avviate delle ricerche che sostengono che il sacello di Vlad sia custodito nella chiesa di Santa Maria la Nova nella città di Napoli, più precisamente nel chiostro piccolo del complesso conventuale risalente al secolo XVI In essa, è presente un monumento funebre adornato da un rilievo raffigurante un drago affiancato da dei baldacchini, che sembrano essere considerati elementi tipici della cultura medievale slava. È inoltre presente un epitaffio che reca delle iscrizioni in una lingua al momento sconosciuta, presenti nei caratteri degli alfabeti latino, copti, greci ed etiopi, tuttavia, non vi sono prove sufficienti che provano della permanenza o della sepoltura del Voivoda a Napoli. Esistendo prove concrete della sua morte in battaglia, il fatto che Vlad sia fuggito e morto a Napoli, risulta impossibile

Libri per approfondire l’argomento

  • Dracula. La vera storia di Vlad III l’Impalatore di Cazacu Matei
  • Dracula l’impalatore. La biografia di Vlad Tepes principe della Valacchia di Roberto Gargiulo
  • Vlad. 3: Il tempo del sacrificio di Matteo Strukul – Andrea Mutti

Spero che questa seconda parte sulla vita di Vlad III vi sia piaciuta. Fatemi sapere cosa ne pensate qui sotto o sulla mia  pagina facebook.

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Alla prossima  🖖

Pubblicato da nonsolomanga

Sono Claudia, sono una lettrice accanita sin dalla tenera età. Con il tempo ho ampliato l'amore per i libri a quello per i manga nonché anime. Ma sono anche una grande appassionata di film e telefilm e collezionista.

7 Risposte a “I Vampiri più famosi della storia: Il Conte Dracula ovvero Vlad III di Valacchia (parte 2)”

  1. Vlad III solo il nome, evoca immortalità per un personaggio storico misterioso, incredibile, che ha dato vita grazie alla sua vita e al mistero della sua morte a racconti leggendari, che forse nascondono un fondo di verità. Esistono davvero uomini e donne che riescono a trascendere la vita dopo la morte il suo e un esempio, ne areiamo come se fosse ancora tra noi, scrittori e registi hanno scritto e raccontato molte storie chissà se qualcuno di queste è vera. Un articolo S ben scritto e storicamente preciso complimenti

  2. Mi piace molto il tuo blog perché contiene sempre articoli molto interessanti e che rispecchiano i miei gusti. Amo molto questo argomento dei vampiri e il tuo articolo mi ha dato tante nuove informazioni

  3. Aspettavo la seconda parte della storia del Conte Dracula, bellissimi questi articoli informativi sui vampiri più famosi della storia!

  4. Grandissimo articolo! Se possibile perfino più entusiasmante dell’altro. Ricco di rimandi, spunti e suggestioni su una delle figure più affascinanti in assoluto. Bravissima

  5. Conoscevo abbastanza la storia di Vlad perché come sai i vampiri sono un argomento che mi affascina. La parte storica è meno intrigante e suggestiva di quella dei romanzi su Dracula, ma ugualmente interessante.

  6. C’è stato un periodo della mia vita in cui ero davvero ossessionata dai vampiri, per via della seria tv “Buffy the Vampire Salyer”. Per questo iniziai a volerne saperne di più dalle loro origini ai miti e ricordo che lessi davvero molte cose su Vlad e mi ha subito affascinata. A prescindere poi da tutta la parte di leggenda è davvero interessante anche il contesto storico da cui fuoriesce… che dire il tuo articolo mi ha riportato a quei tempi! E devo dirlo il castello Sighișoara è incredibile!

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