La forma dell’acqua (review)

Ciao a tutti era da un po che non scrivevo sul blog e spero di riuscire a ricominciare a pubblicare regolarmente. Oggi volevo parlarvi del film di Guillermo Del Toro (uno dei registi che preferisco in assoluto) La forma dell’acqua.

La forma dell’acqua (review)

Scheda La forma dell’acqua

  • Titolo Originale: The Shape of Water
  • Nazione: U.S.A.
  • Anno Produzione: 2017
  • Genere: Fantastico
  • Durata: 119′
  • Interpreti: Sally Hawkins, Michael Shannon, Octavia Spencer, Richard Jenkins
  • Sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Vanessa Taylor
  • Fotografia: Dan Laustsen
  • Montaggio: Sidney Wolinsky
  • Musiche: Alexandre Desplat
  • Riconoscimenti: Leone d’oro al miglior film Venezia, quattro Premi Oscar (miglior film, il miglior regista, la migliore scenografia e la migliore colonna sonora.)

Trama

In un laboratorio governativo troviamo Elisa, affetta da mutismo e isolata dal resto del mondo. Con la collega Zelda scopre un esperimento top secret: una creatura anfibia antropomorfa con la quale Elisa entra presto in sintonia, tanto che farà di tutto per salvarla dal futuro che il governo ha in serbo per lei.

Opinione Personale:

Come dimostrano i numerosi premi vinti e le tante ottime recensioni, La Forma dell’acqua è uno di quei film che sono piaciuti molto a chi scrive o si occupa di cinema. Si può apprezzare anche senza coglierne molte cose; ma cogliendole, e capendo che è uno di quei film in cui niente è lì per caso, lo si apprezza di più.

Vediamo insieme perché questa pellicola va assolutamente vista (o rivista), sebbene l’opera sia uscita ben quattro anni fa, la recensione sarà priva di spoiler, per non privare chi ancora deve vederla delle giuste emozioni.

L’Influenza dei classici di Hollywood

Influenzata dai classici di Hollywood, tra cui indubbiamente Il mostro della laguna nera del 1954 e il celebre film d’animazione Disney La Bella e la Bestia, La forma dell’acqua è una storia d’amore dal concept antico riguardante un mostro incompreso e un’eroina dalla vita complessa. Con un tono sognante, ma agrodolce la trama racconta il rapporto puro tra l’addetta alle pulizie Elisa affetta da mutismo e il mostro anfibio imprigionato in un laboratorio di ricerca segreto.

I russi da una parte e gli americani dall’altra stavano combattendo per il mondo, e l’unica cosa che li teneva in pace era la paura della guerra nucleare. Mentre i servizi segreti americani si scontrano con il KGB, un laboratorio segreto inizia a condurre esperimenti per scoprire quale animale verrà inviato per primo nello spazio.

È qui che entra in gioco la strana entità anfibia dalle sembianze umanoidi la quale sarà, misteriosamente, anche la fonte di un’improvvisa luce nella buia e malinconica vita di Elisa.

L’ambientazione

Il fascino dello stile registico di Del Toro è evidente nell’ambientazione d’epoca, così come la decisione alquanto romantica di far vivere Elisa in un piccolo appartamento al di sopra di un cinema, che contrasta bene con l’atmosfera clinica e rigorosa della struttura governativa in cui lavora di notte. L’anima nostalgica della pellicola prende vita anche con le Cadillac che corrono per le strade, con il mito del sogno americano che soccombe sotto i colpi dell’incomprensione e della paura del diverso. Il villain Richard Strickland un uomo che ha costruito la sua carriera solo con le sue forze si mostra con una famiglia perfetta e una moglie bellissima, ma che psicologicamente muore giornalmente divorato dall’ambizione.

Uno stile unico

Del Toro è famoso per avere uno stile narrativo alquanto particolare che potremo definire “realismo onirico” Non è certamente un aspetto che piace a tutti, anzi in alcuni casi potrebbe sembrare eccessivamente indulgente e fantasioso (Io dal mio canto adoro il modo con il quale Del Toro intreccia realtà e fantasia nei suoi film.)

Nel complesso è interessante osservare il fascino di un mondo onirico che si avvicina a una dura realtà. Questo ci permette di seguire molti riferimenti a classici del cinema e della televisione, da Shirley Temple e Bill “Bojangles” Robinson a Carmen Miranda e Ginger e Fred, che i protagonisti ricreano, distruggendo parzialmente l’aura di realismo.

Il pluripremiato regista non è solo noto per la sua strana concezione del realismo, ma anche per la sua propensione per la violenza e il sangue. Questo film non é un horror, ma diciamo solo che ci sono dei riferimenti molto evidenti a Il labirinto del fauno che possono creare non pochi problemi alle persone più sensibili (per dirlo più esplicitamente non é un film per famiglie non é la Disney é una favola quello si, ma per adulti).

Un finale non scontato

La forma dell’acqua si chiude con un finale che sa d’agrodolce (che fa scendere anche una lacrimuccia)  si conclude in poesia e con una poesia carica di speranza, che vi riporto di seguito:

Incapace di percepire la tua forma, ti trovo ovunque intorno a me, la tua presenza mi riempie gli occhi con il tuo amore, il mio cuore si fa piccolo perché tu sei ovunque.”

In Conclusione

Del Toro si rivela ancora una volta un grande narratore. La forma dell’acqua diventa così un passaggio obbligato nella filmografia del regista. La forma dell’acqua, é un film che va oltre le apparenze, scava nel profondo, ed esalta dimostrando il grande amore del regista per il cinema.

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Alla prossima 🖖

Pubblicato da nonsolomanga

Sono Claudia, sono una lettrice accanita sin dalla tenera età. Con il tempo ho ampliato l'amore per i libri a quello per i manga nonché anime. Ma sono anche una grande appassionata di film e telefilm e collezionista.

2 Risposte a “La forma dell’acqua (review)”

  1. Ho sentito sempre parlare molto bene di questo film, ma non l’ho ancora mai visto. Di Del Toro ho visto solo “Il Labirinto del Fauno”, anche quello una gran bella pellicola! Tra l’altro, se non erro, in entrambi dovrebbe recitare Doug Jones, che io ho conosciuto meglio nei panni del Comandante Saru in Star Trek: Discovery.

    Gran bella recensione, spero di poterlo recuperare presto!

  2. Del Toro non delude mai, ho visto di lui “Il Labirinto del Fauno” e riesce con il suo modo creepy a raccontare in realtà fiabe gotiche sempre molto emozionanti!

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