NOI di Jordan Peele Recensione (film)

Ciao a tutti, oggi vi parlo di Noi un film particolare: un thriller-horror psicologico che non può non essere visto dagli amanti del genere

Noi: Jordan Peele

Scheda

  • Titolo originale: Us
  • Regia: Jordan Peele
  • Cast: Lupita Nyong’o, Elisabeth Moss, Winston Duke, Anna Diop, Yahya Abdul-Mateen II, Tim Heidecker, Cali Sheldon, Kara Hayward, Noelle Sheldon
  • Genere: Horror, colore
  • Durata: 116 minuti
  • Produzione: USA, 2019
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Data di uscita: 4 Aprile 2019

Trama: Noi

Ambientato sulla costa della Carolina del Nord, “Noi” narra di un’allegra famiglia afroamericana in vacanza in una vecchia casa di proprietà. Come incipit delle visioni di Peele partiamo sempre, come nel precedente successo, da una serena cornice comune che crea un clima disteso, ma che improvvisamente viene interrotta da un elemento minaccioso e inaspettato.

In questo caso Adelaide, (Lupita Nypong’o) moglie di Gabe (Winston Duke) e madre di famiglia, è vittima di un trauma giovanile inspiegabile e irrisolto, che la porta, in un crescendo di paranoie, alla netta sensazione di un pericolo imminente per i suoi cari che si manifesta una sera, al calare delle tenebre. In fondo al vialetto della sua casa appaiono misteriosi e inquietanti avversari: quattro persone vestite di rosso che si tengono per mano, esteticamente identiche ai rispettivi componenti del nucleo familiare, terrificanti e psicopatici doppelganger.

NOI di Jordan Peele

Opinione Personale: Noi

Il 25 maggio 1986 milioni di americani si presero per mano, formando una catena umana che abbracciò gli Stati Uniti interamente da un polo all’altro, HANDS ACROSS AMERICA, cosi si chiamava questa manifestazione a scopo “benefico”, che suscitò una forte partecipazione da parte della collettività. Da questa vicenda e, soprattutto, dai suoi lati oscuri parte Jordan Peele per generare la sua seconda pellicola dopo “Get Out”, in cui scopriamo che il nostro peggior nemico siamo proprio noi stessi.

Il film si apre con un’immagine evocativa di conigli in gabbia, una bambina allo “specchio” e un’apparentemente tranquilla vacanza nella casa estiva di una famiglia afroamericana, con lo spettro di un trauma d’infanzia.

“US”, titolo originale con il doppio significato di noi stessi e Stati Uniti d’America, è un opera inquietante, spietata e terrificante, densa di riferimenti cinefili e debiti verso i “maestri”, partendo da Kubrick ed il suo onnipresente “Shining”, a Terry Gilliam e alla sua estraneità onirica ma ragionata, a Dario Argento nella scansione delle scene operata da una musica incalzante e mirata e nella colorimetria dei quadri scenici, dominati dal blu, rosso e giallo, per chiudere con l’ultimo Lanthimos e la scena finale de “La favorita”, emblema di una gabbia mentale e della strumentalizzazione a cui siamo sottoposti in un eterno conflitto tra noi e gli “altri”.

La prima inquadratura, il vero indizio, ritrae un’America utopica, coesa e scevra di conflitti sociali in un’immagine di pura “propaganda”. Dopo ci si sposta in un luna park sulla spiaggia di Santa Cruz, con una bambina smarrita e un gioco “La foresta di Merlino – Trova te stesso” dove basta guardarsi nel proprio riflesso per trovare il vero nemico, in un paese simbolo delle disuguaglianze, seppur occultate. Dopo i titoli ritroviamo la bambina divenuta adulta, Adelaide, magistralmente interpretata da Lupita Nyong’o e costretta a tornare su quella spiaggia, scenario del suo incubo del passato che tutto incupisce.

Alla sera la paura incombente si materializza nella sagoma di cinque estranei, veri doppelganger della famiglia, che si tengono per mano in cima al vialetto.
É l’inizio della fine.

“Quando punti il dito contro qualcuno, hai tre dita puntate contro di te” recita una battuta del film ed ecco snodarsi il confronto tra l’ombra e la bambina, in un monologo del rancore tra Adelaide e Red, il suo doppio, l’unica “copia” in grado di parlare, identica all’originale, ma dallo sguardo straniante e segnato dalla violenza. Duplicati che sono all’apparenza perfettamente uguali, ma che sembrano non avere anima e non sanno comunicare, esprimendosi solo in maniera goffa e con lamenti monocorde. E si capisce che i sosia sono degli emarginati che hanno vissuto di scarti da sempre, nascosti alla e dalla società, incarnazione di scelte sbagliate. Alla domanda della protagonista “Chi siete?” le viene risposto “siamo americani”, la raffigurazione del nemico, vestito di rosso e armato di forbici, che però non va cercato oltreconfine, ma in se stessi, il lato oscuro della terra dei sogni, che ha antiche origini, partendo da tunnel dall’uso sconosciuto, che si estendevano sotto l’intero sottosuolo.

Un film stratificato e denso, che valica i confini dell’horror e li amplifica, con ambivalenze, citazioni e tessuto storico, cinematografico e non solo, dominato da un gioco coreografico e scenografico con quadri fotografici a tinte cupe che ricordano la profondità dei “chiaroscuri” del Caravaggio, in un duplice significato dal sapore beffardo, ma amaro.

Un’idea dominante, simbolo dell’ingiustizia, vecchia come il mondo e universale, che genera conflitto, in una lotta disperata senza colore e senza vincitori, ma solo vinti, parafrasando Jordan Peele con la citazione “nascosta” che apre la sua pellicola “Perciò, così parla l’Eterno: ecco, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò”

In conclusione

Tutto questo rende Noi Un teatrale tuffo nei meandri più inquietanti del nostro inconscio, inquietante e mai banale o scontato

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Alla prossima

Pubblicato da nonsolomanga

Sono Claudia, sono una lettrice accanita sin dalla tenera età. Con il tempo ho ampliato l'amore per i libri a quello per i manga nonché anime. Ma sono anche una grande appassionata di film e telefilm e collezionista.

22 Risposte a “NOI di Jordan Peele Recensione (film)”

  1. Visto! allora, l’inizio mi è piaciuto tantissimo, dopo un pò però mi è un pò pesato… questa forzata vena quasi comica in alcuni punti non mi è piaciuta troppa!

  2. ho visto qualche giorno fa il trailer online e mi è piaciuto davvero tanto……. mi piace questo genere

  3. Sinceramente non l’ho visto, ma ti dico che lo recupererò quanto prima, perché mi hai incuriosita. Non sono una grandissima amante del genere horror, ma i film psicologici mi piacciono moltissimo e soprattutto potrebbe essermi d’aiuto per il mio cortometraggio, che è proprio un horror psicologico. Grazie mille per il consiglio.

  4. Sembra un film dal contenuto inquietante ma con una trama dal risvolto psicologico interessante.
    Maria Domenica
    P. S. Mi piace questa nuova organizzazione dei tuoi spazi nel Blog.
    Continua così

  5. Se solo ci fermassimo a pensare al significato di questo film, tremerebbe anche il pelo più sottile sulla nostra epidermide, è una storia che a me è piaciuta alcune cose potevano anche non essere messe o spiegate meglio, il bello degli horror e che non c’è mai una sola motivazione per ciò che accade, quando tutto viene spiegato il mistero svanisce, in questo caso la cosa accade ma un alone di mistero resta, perché per l’appunto sono stati bravi a farci vedere e a farci capire quello che volevamo capire, ma altri centinaia di significati e risposte non verranno mai svelate, ho trovato il film molto interessante, un esempio di come questo mondo ad un certo punto smetterà di esistere così come lo conosciamo, e ciò che ci attende è solo ingenito, una possibilità tra le mille già sciorinate da altre pellicole, di sicuro questa è tra le più terrificanti nell’articolo

  6. Amo tantissimo gli horror, se sono psicologici ancor di più ma questo non lo conoscevo affatto e devo dire che voglio assolutamente vederlo dopo la curiosità che mi hai messo!

  7. Man mano che leggevo la trama e come la spiegavi bene mi saliva un misto di ansia, di curiosità, di paura e di voglia di andarlo a vedere… No purtroppo ancora non l’ho visto ma è proprio il genere di film che mi piace

  8. Io sono un appassionato di thriller-horror ma non consco la tipologia del psicologico… La trama mi attira e da curioso quale sono sicuramente lo guarderò. Ti ringrazio per avermi motivato nella scelta 🙂 – Paolo

  9. Il doppio significato del titolo già mi incuriosisce molto. Di solito non sono una fan degli horror ma la trama e la psicologia che si nascondono dietro la storia sono molto interessanti.

  10. Ammetto che “Us”, tra mille impegni e film arretrati, non l’ho ancora visto, ma ho la steelbook che mi aspetta. “Get Out” l’ho letteralmente amato. Riesce ad essere un thriller/horror eccelso, mantenendo tuttavia di fondo una credibilità e critica che poteva sconfinare facilmente nell’esagerato. Da “Us” mi aspetto qualcosa di non molto dissimile, è lo stile di Peele, fare grande cinema horror/psicologico rappresentando tuttavia una feroce critica del suo Paese.

  11. Non ho visto il film però in genere mi piacciono i thriller anche psicologici. Non posso però valutare ciò che non ho visto. Sembra però un film interessante da vedere.

  12. Quando ho visto la copertina e ho capito che fosse un horror, ho smesso di cercare info. Lupita la trovo una splendida attrice ma il genere horror proprio non mi piace anche se leggendo il tuo commento sembra quasi un thriller psicologico che un vero e proprio horror, dal significato d’impatto se si presta davvero attenzione alla trama del film.

  13. Guardando solo il trailer non avrei mai provato interesse, ma la tua analisi senza spoiler me lo fa apparire come un film da vedere. Mi piacciono le metafore politiche e sociali e le trame psicologiche. Quindi lo cerco in programmazione!

  14. a prescindere che adoro il genere, ho visto il trailer recentemente e mie è piaciuto davvero tanto….

  15. Mi piace come hai recensito questo film, mi hai incuriosito ma senza lasciare spoiler evidenti.

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