Profumo – Storia di un assassino. Recensione

Ciao a tutti.

Era da prima della mia pausa estiva che non vi parlavo di un film, per questo oggi voglio parlarvi di Profumo – Storia di un assassino, una pellicola del 2006

Scheda Profumo – Storia di un assassino.

L’avete riconosciuto vero? Il compianto Alan Rickman il Piton di Harry Potter

Trama Profumo – Storia di un assassino.

Il 17 luglio 1789, una pescivendola dà alla luce un bambino ma, credendolo morto, lo abbandona incurante nella sporcizia del sudicio mercato. Il neonato, tuttavia, inizia a respirare e il suo pianto attira la curiosità della folla e le forze dell’ordine, che accusano la donna di infanticidio.
Quando la giovane viene impiccata, Jean-Baptiste Grenouille è affidato alle cure dell’orfanotrofio di Madame Gaillard. Il bambino svilupperà sin dalla tenera età un olfatto superiore alla norma, che condizionerà tutta la sua esistenza. All’età di tredici anni, Grenouille (Ben Whishaw) è venduto al conciatore parigino Grimal.
Sebbene sia trattato alla stregua di un animale da soma, il ragazzo colpisce il suo padrone per la perseveranza e l’efficienza quotidiana. Quando Grimal lo manda a Parigi per alcune commissioni, Grenouille viene completamente rapito dall’intensità e dalla varietà degli odori della città, che il suo olfatto riesce a percepire distintamente.
Una sera, il giovane scopre l’odore più intenso e perfetto mai sentito prima, proveniente da una giovane venditrice di prugne dai capelli rossi (Karoline Herfurth).
Grenouille, ossessionato dall’intensità del profumo, la segue e la terrorizza con la sua insistenza. Incapace di distogliere la sua attenzione dalla perfetta essenza, il giovane la segue e, accidentalmente, finisce con l’ucciderla. Qualche giorno dopo, il ragazzo si attira la benevolenza del profumiere italiano Giuseppe Baldini (Dustin Hoffman), che lo compra da Grimal. Grazie alla vicinanza di Baldini, Grenouille sviluppa un’ossessione per la distillazione dell’essenza e si trasferisce nella piccola cittadina di Grasse, in Provenza, sotto la custodia di Richis (Alan Rickman).
Il giovane, tuttavia, è ancora tormentato dal profumo della venditrice di prugne. L’inspiegabile necessità di inebriarsi nuovamente di quella fragranza lo spingerà a perseguire ogni mezzo per riuscire a ricrearlo…

Opinione Personale:

Tom Tykwer si cimenta nella difficile trasposizione cinematografica di un opera letteraria. E ancor più ardua diviene tale operazione se si pensa di tradurre in immagini il visionario romanzo di Süskind che già nel titolo rimanda a qualcosa di immateriale, la cui presenza è fortemente percepita, ma difficilmente descrivibile. Come difficile da restituire è l’esperienza olfattiva del protagonista che mosso dalla sua ossessione si spinge oltre il potere umano e si erige a demiurgo in grado di poter trattenere la vita in un’essenza intrisa di essa, così come di causare la morte.

Innanzitutto, come si fa a fare un film sul profumo? La risposta si trova già nel libro, perché ci si potrebbe allo stesso modo chiedere: come fa a scrive un libro sul profumo?

Nel libro gli odori sono resi dalla potenza delle parole, mediante la descrizione dettagliata delle situazioni, così il lettore crede in ogni momento di sentire ciò che sente il protagonista. La stessa illusione trasmette il film tramite il ricorso al linguaggio delle immagini, della musica e dei rumori in grado di comunicare un’impressione e dare al pubblico la sensazione di sentire ciò che sente il personaggio. È un “naso” a condurre lo spettatore attraverso ambienti, strade, luoghi, città e attraverso interni. Così nel tempo lo sguardo diventa influenzato dall’olfatto e le cose finiscono per essere esaminate in relazione a questa caratteristica, alla caratteristica specifica che rivestono per Grenouille, il protagonista. Così come l’idea di associare le note musicali ai profumi, così sia il libro sia il film fanno scorrere immagini che tutti noi associamo a determinati odori, facendo vedere ciò che emana odore e ciò che tutti conoscono, dalle cose veramente nauseabonde a quelle assolutamente belle.

Dal Libro Il Profumo:

«Le strade puzzavano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti, le cucine di cavolo andato a male e di grasso di montone; le stanze non aerate puzzavano di polvere stantia, le camere da letto di lenzuola bisunte, dell’umido dei piumini e dell’odore pungente e dolciastro di vasi da notte. Dai camini veniva puzzo di zolfo, dalle concerie veniva il puzzo di solventi, dai macelli puzzo di sangue rappreso. La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali. Puzzavano i fiumi, puzzavano le piazze, puzzavano le chiese, c’era puzzo sotto i ponti e nei palazzi. Il contadino puzzava come il prete, l’apprendista come la moglie del maestro, puzzava tutta la nobiltà, perfino il re puzzava, puzzava come un animale feroce, e la regina come una vecchia capra, sia d’estate sia d’inverno

Il dramma di Grenouille è la sua profonda solitudine; dal momento in cui è venuto al mondo tutto ciò che lo ha sfiorato è stato violento, perfino il puzzo di pesce del mercato in cui la madre credendolo morto lo ha abbandonato. Spinto ad esistere forse proprio dal fetore, la prima volta che sente un odore piacevole uccide e lo fa unicamente perché inesperto al contatto umano.

Nel trasportare sul grande schermo la vita di Grenouille, Tom Tykwer deve fare un uso massiccio della voce fuori campo, che racconta il contesto e i sentimenti che muovono il protagonista, quasi muto. Nelle parti iniziali abbiamo una ricostruzione attenta e precisa della realtà, con scene molto forti e disturbanti, che ben rendono l’ambiente abbietto nel quale nasce e cresce Grenouille. Ma più il film procede più la regia si fa patinata e leccata, con un uso ridondante della musica. Si abbandona il parallelismo tra immagini e odori, per concentrarsi, nella parte centrale, sugli omicidi, utilizzando tutti gli stilemi dei film sui serial killer.
Ancora meno riuscita la parte della grande orgia compiuta dagli abitanti di Grasse, dove si vedono solo corpi puliti e depilati, quasi senza imperfezioni, quando la folla dovrebbe essere composta da miserabili e straccioni.

Profumo – Storia di un assassino: in sostanza é un occasione mancata, un film discreto che con alcuni accorgimenti poteva ambire ad essere molto di più.

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