Another Recensione Anime

Ciao a tutti.

Come promesso sulla mia pagina Facebook, eccoci di nuovo qui a parlare di anime. Oggi prenderemo in esame Another

Scheda Another:

 

Another Trama:

Nel 1972 Misaki Yomiyama, uno studente molto popolare della classe 3C nella scuola media della città di Yomiyama, morì improvvisamente a causa di un incidente.

I suoi compagni di scuola, sconvolti dalla notizia, decisero di comportarsi come se Misaki fosse ancora viva, lasciando il suo banco lì dov’era e parlando rivolti verso di esso, persino i professori collaborarono.

 

Alla fine dell’anno però, alla cerimonia della consegna dei diplomi tutti si accorsero che nella foto di classe era presente anche Misaki, che non avrebbe dovuto esserci…

Kōichi Sakakibara

Nella primavera del 1998, un ragazzo di nome Kōichi Sakakibara si trasferisce dalla città di Tokyo a quella Yomiyama per stare dai suoi nonni.

Viene assegnato alla classe 3C, ma a causa di un problema ai polmoni passa le prime settimane in un ospedale dove riceve la visita dei suoi rappresentanti di classe e fa la conoscenza di una ragazza di nome Mei Misaki.

 

Quando finalmente viene dimesso dall’ospedale, si reca a scuola munito di informazioni su superstizioni e leggende legate alla scuola.

Dategli da sua zia che parecchi anni prima frequentava la stessa scuola.

Arrivato in classe si accorge che la ragazza conosciuta in ospedale è una sua compagna, ma quando prova a parlare di lei con gli altri suoi compagni, stranamente evitano il discorso intimoriti.”

Personaggi:

Sono tutti un mistero da svelare! Verso i compagni di classe di Sakakibara si ha costantemente la sensazione che stiano nascondendo qualcosa sotto il loro comportamento da “ragazzi qualunque”.

Non si riesce mai a capire bene se abbiano buone o cattive intenzione nei confronti del protagonista.

Mei Misaki è certamente il personaggio più interessante e carismatico, mentre invece il protagonista, dotato di una caratterizzazione minima, a mio parere serve solo a sottolineare la personalità di Misaki e a svelare i misteri che la circondano.

Disegni:

Belli e curati, sono sempre molto chiari e puliti e gli sfondi molto dettagliati.

Opinione personale:

Abbastanza sui generis e non particolarmente interessanti, un protagonista anonimo alla lenta scoperta di un terribile mistero che da anni si ripete con innumerevoli morti; una ragazza che ne sa tante ma non si vuole sbottonare mai; compagni di classe che nascondono un inquietante segreto.
 
Mancano però la cattiveria e il senso di oppressione di Higurashi, e il chara design non aiuta a enfatizzare un’atmosfera orrorifica fin troppo patinata.
 
Sopratutto, e questo è forse il peggior neo di Another:
 
La sospensione all’incredulità è messa a durissima prova fin dall’inizio, con questa cittadina dove da trent’anni muoiono gli alunni di una singola classe delle superiori e NESSUNO, della tv o della polizia, pensa possa esserci una correlazione tra di loro.
 
Questo il peccato capitale che impedisce di prendere troppo sul serio la storia, ed è davvero triste perché non mancano, col prosieguo della visione, né idee favolose né momenti da brividi.
 
Se inizialmente il buon ritmo, la bellezza dell’apertura e l’abbondare di grottesche bamboline per suggerire inquietudine rappresentano il principale motivo di visione.
 
Quando il mistero della classe 3-3 è svelato e iniziano i primi morti, finalmente Another esplode.
 
 
Più che l’ovvia sequela di adolescenti macellati e le domande sul come porre fine alla calamità, intriga la geniale trovata che regge tutti i fili del mistero.
 
Quella, che spiega perché sembra che nessuno della classe riesca a vedere Misaki, perché a un certo punto stessa cosa accada al protagonista, e chi è il misterioso studente in più (l’Another del titolo) che sta in classe e che nessuno sa riconoscere perché il registro non lo rivela.
 
Impossibile accennare di più per evitare di rovinare la sorpresa, rimane un’idea folgorante in un genere inflazionato come quello dell’horror, lo stimolo principale per l’avanzamento di una visione che, da quel momento, è appassionante e piena di suspance.
 

Sfortunatamente il giudizio lusinghiero va ridimensionato con gli ultimi episodi.

 
Anche soddisfacenti nel rispondere agli innumerevoli misteri sollevati, rovinati da un gran numero di forzature, (le capacità dell’occhio di Misaki), nate per creare le premesse a un massacro finale che, fa tanto splatterone, ma è ridicolo per le modalità assurde con cui avviene.

Particolarmente deludente, come si apprende informandosi sulle differenze rispetto al romanzo.

 
Scoprire che buona parte di queste forzature sono invenzioni assenti nel materiale d’origine, compreso anche il bagno di sangue conclusivo.
Nonostante sia capace di provocare il consueto salto sulla sedia tanto memorabile quanto raro in una storia dell’orrore moderna, sopratutto animata, Another deve accontentarsi di un voto giusto discreto.
Va bene che spesso le regole della logica si devono piegare allo spettacolo, sopratutto in generi come l’horror che presuppongo forti sospensioni d’incredulità.
 
Pur al cospetto di grandi momenti di pathos, continuare a domandarsi come avvengano certe assurdità porta a pensare a quanto avrebbe potuto impegnarsi di più, in ambito di sceneggiatura.
 
In assenza del romanzo originale in Italia ci si può in compenso rifare all’adattamento manga di Hiro Kiyohara, uscito per edizioni Star Comics in 4 volumi.
 
Superiore all’anime perché maggiormente compatto e privo delle idiozie più  eclatanti.
 

In conclusione:

Un anime leggero da vedere senza troppe pretese, una visione che non annoia ma che contemporaneamente non fa scattare la molla di rivederlo o di saperne di più.


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