Parliamo di Shadowhunters, Città di cenere di Cassandra Clare

Ciao a tutti.

Oggi vi voglio parlare di Città di cenere ovvero il secondo libro della saga Shadowhunters di Cassandra Clare.

Trama Città di cenere

Clary Fray vorrebbe soltanto che qualcuno le restituisse la sua vecchia, normalissima, vita. Ma non c’è niente di normale nella sua vita se può vedere licantropi, vampiri e altri Nascosti, se sua madre è in un coma magicamente indotto e lei scopre di essere uno Shadowhunter, un cacciatore di demoni. Se Clary si lasciasse il mondo dei Cacciatori alle spalle avrebbe più tempo per Simon (forse più di un amico ormai). Ma è il mondo dei Cacciatori che non è disposto a lasciar andare lei, soprattutto Jace, il suo affascinante, permaloso fratello appena ritrovato. Per Clary l’unico modo di salvare la madre è inseguire Valentine, il cacciatore ribelle, che è probabilmente pazzo, sicuramente malvagio e anche, purtroppo, suo padre. A complicare le cose a New York si moltiplicano gli omicidi dei figli dei Nascosti. E la città diventa sempre più pericolosa, anche per uno Shadowhunter come Clary.

Recensione Città di cenere

Dopo essere stata conquistata dal primo volume della saga, Città di Ossa (di cui trovate la mia recensione qui), mi sono immediatamente immersa in Città di Cenere, curiosa di sapere quali sarebbero state le prossime avventure dei protagonisti. 
Città di Cenere riprende dove era terminato Città di Ossa: Valentine, rivelatosi essere non solo il padre di Clary, ma anche di Jace, era entrato in possesso della Coppa Mortale ed era fuggito; mentre la madre della protagonista si trovava all’ospedale in un coma inspiegabile e senza cura apparente. Città di Cenere comincia con l’allontanamento di Jace da parte della famiglia Lightwood, che ritiene il ragazzo un’arma di Valentine diretta al Consiglio. Clary sta cercando in ogni modo di lasciarsi alle spalle l’affetto per il fratello e, allo stesso tempo, di trovare un rimedio alla situazione di sua madre. Valentine, d’altra parte, necessita ora del secondo strumento mortale, la Spada dell’Anima, custodita dai Fratelli Silenti nella Città di Ossa.

Ho già parlato ampiamente dei personaggi nella recensione precedente, perciò non posso che riconfermare quanto detto in precedenza: la Clare ha l’innata capacità di dare vita a personaggi complessi, realistici e credibili. Non mancano mai di coerenza e, leggendo, si ha la costante sensazione di avere di fronte alcuni vecchi amici ritrovati dopo anni. Jace, con la sua maschera di arroganza ormai messa sempre più a dura prova dai profondi sentimenti per la sorella, si ritroverà più solo e spaventato che mai, allontanato dall’unica famiglia che abbia mai avuto e dall’unica persona che abbia mai davvero amato. Nonostante ciò, mantiene sempre il fascino e l’ironia che tanto me lo avevano fatto amare sin dalla sua prima apparizione, alleggerendo l’atmosfera in più di un’occasione e strappandomi numerosi sorrisi. 

“«Valentine era uno degli uomini più arroganti e irrispettosi che io abbia mai conosciuto. Suppongo che ti abbia tirato su a sua immagine e somiglianza».

«Sì» confermò Jace, incapace di trattenersi «sono stato addestrato a essere una malvagia mente criminale fin dalla più tenera età. A strappare le ali alle mosche, ad avvelenare le riserve di acqua del pianeta… È questo che facevo all’asilo. Immagino che sia stata una fortuna per tutti che mio padre abbia finto di essere morto prima di arrivare alla parte della mia educazione che riguardava gli stupri e i saccheggi, altrimenti nessuno sarebbe stato al sicuro»”

Ho apprezzato ogni singola riga che lo riguardava, a dispetto della protagonista che, all’inizio si era rivelata troppo indecisa e isterica per i miei gusti. Fortunatamente con il proseguire della lettura ho ritrovato la Clary che tanto avevo amato in precedenza e che riesce sempre a stupirmi con la sua intraprendenza e determinazione. Per Simon, il dolce e fedele migliore amico della protagonista, comincerà proprio in questo romanzo un processo di crescita al termine del quale si ritroverà essere una persona completamente diversa, più matura e consapevole.

I fratelli Lightwood si sono rivelati ancora amici leali e affidabili, capaci di portare qualcosa di nuovo in ogni capitolo: Isabelle, con la sua esuberanza e sfacciataggine, Alec, con la sua incrollabile fiducia. Di pari passo con la caratterizzazione dei personaggi, l’autrice riesce benissimo a descriverne i rapporti: quello tra Simon e Clary, una profonda amicizia che riesce ad uscire vincitrice anche da sfide all’apparenza insuperabili; quella tra Alec e Magnus, con il primo ancora legato ai vecchi sentimenti versi il suo parabatai e con il secondo più maturo e consapevole, disposto a rischiare nonostante le numerose delusioni; ed infine il mio preferito: il rapporto tra Jace e Clary, travagliato da continue sofferenze e con sempre troppo pochi attimi di sollievo.“«Da quando lo conosco, c’è sempre stato un posto in cui Simon voleva stare, e si è sempre fatto in quattro per arrivarci e rimanerci».«Sarebbe?».«Ovunque fossi tu».”Cassandra Clare ha scritto un romanzo in un certo modo più consapevole del primo: complice anche il fatto che il lettore conosce già il suo mondo e i personaggi che lo abitano, in Città di Cenere la trama acquista una solidità maggiore e si arricchisce con nuovi elementi riguardo la mitologia, il passato dei personaggi e le loro vicende presenti. Anche lo stile subisce un miglioramento notevole: nonostante rimanga sempre semplice e per nulla pretenzioso, le descrizioni si alternano ai dialoghi e ci aiutano sia ad immedesimarci meglio nella storia che a comprendere la psicologia dei personaggi.Gli eventi si susseguono con un ritmo serrato e la trama è costellata di numerosi colpi di scena mai prevedibili e sempre capaci di sorprendere. La parte finale è a mio parere la migliore in assoluto: la battaglia che avviene negli ultimi capitoli ti tiene con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, donandoti numerosi momenti commoventi e altri incredibilmente movimentati. Tra orde di demoni, sacrifici inaspettati, sanguinose battaglie e perdite sofferenti, le pagine scorrono una dopo l’altra con grande facilità e in men che non si dica ci si ritrova ai ringraziamenti dell’autrice.

In Conclusione

Un romanzo migliore del precedente, ha saputo donarmi di nuovo un bagaglio di emozioni, facendomi sprofondare tra le pagine del libro e lasciandomi immersa al suo interno anche una volta terminato. Città di Cenere non mi ha per nulla deluso, facendomi ritrovare sin dall’inizio quel perfetto mix di azione, romanticismo, mistero e magia che tanto mi aveva affascinata in Città di Ossa.

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