Tra mito e Leggenda: Dove nasce la figura del vampiro?

Ben trovati. Voglio inaugurare questa nuova rubrica con una delle figure più blasonate del cinema non che della letteratura Il Vampiro.

Dove nasce la figura del vampiro?

Il vampiro è una creatura mitologica o folcloristica che sopravvive nutrendosi del sangue di altre creature.

Sebbene entità di tipo vampirico siano diffuse in numerose culture ed epoche differenti il termine “vampiro” divenne popolare solo agli inizi del XVIII secolo, in seguito all’influenza delle superstizioni presenti nell’Europa dell’est e nei Balcani, dove le leggende sui vampiri erano molto diffuse.

Conosciuto anche con altri termini, come βρυκόλακας (vrykolakas) in Grecia e strigoi in Romania. La superstizione nei confronti dei vampiri crebbe al punto da far nascere una grave isteria collettiva che in alcuni casi portò a piantare paletti nei cadaveri e ad accusare alcune persone di vampirismo.

I folcloristici vampiri dell’Europa dell’est presentavano una notevole varietà di rappresentazioni, dal simile agli umani al cadavere putrefatto, la voce vampiro è presente nel dizionario filosofico di Voltaire. Fu il successo del romanzo Il vampiro di John Polidori (1819) ad instaurare la carismatica e sofisticata figura del vampiro che influenzò le opere vampiresche del XIX secolo e ispirò personaggi come Varney il vampiro (1845) e Carmilla (1872).

È il romanzo Dracula, scritto nel 1897 da Bram Stoker, ad essere considerato la quintessenza del romanzo vampiresco e che fornì le basi per le opere moderne. 

Dracula trattò una mitologia costituita da lupi mannari e altri demoni dando voce allo “stato d’ansia di un’epoca”. Il successo di questo libro fece nascere un distintivo genere vampiresco che è ancora molto popolare, con un’impressionante collezione di libri, film, videogiochi e serie televisive.

Una necropoli un insediamento greco di Passo Marinaro in Sicilia è ritenuta molto peculiare perché detiene i resti di “revenants”, una figura non-morta simile a un vampiro o zombi.

Gli antichi greci credevano che alcuni corpi morti potessero rianimarsi e che per tenerli nelle loro tombe, dovessero essere ritualmente uccisi o intrappolati all’interno in qualche modo, come bloccare il corpo con frammenti di anfora o grandi pietre, come è stato fatto nella necropoli.

Il Vampiro: Il mito

Il concetto di vampirismo esiste da millenni; culture come quella mesopotamica, ebraica, greca e romana. Concepirono demoni e spiriti che possono essere considerati precursori dei moderni vampiri.

Necropoli a Lugnano in Teverina (Terni), un cimitero allestito attorno al 450 d. C. sul terreno di una villa romana abbandonata.

In tutte le leggende di ogni civiltà passata e presente però, i diversi tipi di vampiri vengono tutti accomunati da una caratteristica chiave, cioè quella di nutrirsi in qualsiasi diversa maniera dei loro simili.

Ad ogni modo, nonostante la presenza di creature simili ai vampiri in queste antiche civiltà, il folclore sui vampiri così come lo conosciamo oggi si è originato esclusivamente nell’Europa dell’est quando i miti della tradizione orale di numerosi gruppi etnici vennero messi per iscritto e pubblicati.

Nella maggior parte dei casi, i vampiri sono creature malvagie redivive, vittime suicide o streghe, ma possono anche essere cadaveri posseduti da spiriti malevoli o umani trasformati dopo essere stati morsi da altri vampiri.

Come “nascono” i vampiri?

La nascita di un nuovo vampiro erano molte e varie nel folclore. Secondo la tradizione slava e cinese, qualsiasi cadavere che veniva scavalcato da un animale, particolarmente un cane o un gatto, aveva la possibilità di trasformarsi un non morto. Anche i cadaveri che non venivano trattati con acqua in ebollizione erano considerati a rischio.

Nel folclore russo si diceva che i vampiri fossero un tempo streghe o persone che si erano ribellati contro la Chiesa Ortodossa quando erano in vita.

Alcune pratiche popolari erano utilizzate per scongiurare il ritorno nel mondo dei vivi di un estinto in un non morto. Era assai diffuso seppellire i morti a testa in giù e collocare oggetti terreni, come falci o falcetti, vicino alla tomba per soddisfare i demoni che tentavano di possedere il morto o per mitigare quest’ultimo e prevenire la sua risurrezione dalla tomba.

Obolo sulla bocca del defunto

Questo metodo assomiglia alla pratica greca di appoggiare un obolo sulla bocca del defunto per pagare il dazio e poter attraversare il fiume Stige nell’oltretomba; è stata sostenuta la possibilità che in realtà la moneta servisse a scacciare spiriti maligni intenzionati ad entrare in possesso del corpo, e che questo possa avere influenzato il folclore sui vampiri.

Questa tradizione persiste nel folclore greco del vrykolakas, in cui una croce di cera e un pezzo di porcellana con l’iscrizione “Gesù Cristo vince” erano posizionati sul corpo del defunto per prevenire che questi diventasse un vampiro.

Altri metodi usati frequentemente in Europa includevano la rottura dei tendini all’altezza del ginocchio o il posizionamento di semi di papavero, di miglio o di sabbia sul terreno sopra la tomba di un presunto vampiro; questa pratica intendeva lasciare i vampiri occupati tutta la notte a contare i granelli che cadevano all’interno della bara, e li associava quindi all’aritmomania.

Secondo una leggenda cinese, se una creatura simile a un vampiro si trovasse davanti ad un sacco di riso, si metterebbe a contare tutti i chicchi; altre leggende simili, che riguardano streghe o altri esseri malvagi, sono presenti sia nel subcontinente indiano così come nell’America del Sud.

Come identificare un vampiro?

Erano utilizzati molti rituali per identificare un vampiro. Un metodo per trovare la tomba di un vampiro consisteva nel far cavalcare un ragazzo vergine su uno stallone vergine all’interno di un cimitero: il cavallo si sarebbe fermato sopra la tomba in questione.

Generalmente era necessario un cavallo nero, ad eccezione dell’Albania dove doveva essere bianco. Inoltre, l’apparizione di buchi sul terreno sopra una tomba era considerato segno di vampirismo.

Cadaveri creduti vampiri erano generalmente descritti come più sani del dovuto, gonfi ma con pochi o nessun segno di decomposizione. In alcuni casi, quando una tomba sospetta veniva aperta, i presenti descrivevano il cadavere con la faccia ricoperta del sangue di una sua vittima.

La morte di bestiame, pecore, parenti o vicini di casa era la prova dell’attività di un vampiro nella zona. Alcuni vampiri folcloristici, inoltre, potevano testimoniare la propria presenza tramite attività simili a quelle dei poltergeist, come scagliando pietre sui tetti o muovendo piccoli oggetti, e provocando incubi a chi dormiva.

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