The Promised Neverland (1 Stagione) Recensione

Ciao a tutti.

Comincio questo nuovo anno di blog parlandovi di un anime ovvero: The Promised Neverland.

Scheda:

  • Titolo originale: Yakusoku no Neverland
  • Titolo inglese: The Promised Neverland
  • Nazionalità: Giappone
  • Storia: Kaiu Shirai
  • Disegni: Posuka Demizu
  • Categoria: Shounen 
  • Genere: Drammatico, Mistero, Soprannaturale 
  • Link per guardarlo: vvvvid

Trama The Promised Neverland:

Grace Field House, l’orfanotrofio gestito dalle amorevoli cure di ‘mamma’ Isabella, è pieno di bambini e tra di loro i più movimentati sono Emma, Norman e Ray. Gli orfani sembrano godere di una vita confortevole; non manca loro nulla: cibo, abiti puliti, un’ambiente perfetto per imparare… uno splendido idillio che però viene macchiato all’improvviso dall’oscuro segreto scoperto per caso una sera da Emma e Norman. Un segreto dietro cui si cela un’atroce verità che trasformerà una Terra Promessa in un’ Isola Promessa che non c’è.

Che cos’è questo?
Un cancello. Serve a separare l’interno dall’esterno.
L’esterno, eh? Io non ci sono mai stata!
Dopotutto ci troviamo qui da quando siamo nati.
In effetti, l’ha detto la mamma. Non dobbiamo avvicinarci al cancello e al recinto al limitare del bosco perché sono pericolosi.” 
Il cancello… chissà da cosa ci protegge questo cancello.

La storia inizia così, con un mistero di cui i bambini di Grace Field sono all’oscuro.

I bambini sperduti

Quando Emma Norman hanno tentato di riportare a Conny il suo peluche preferito, la notte in cui la bimba ha lasciato l’orfanotrofio Grace Field House per unirsi alla famiglia che l’ha appena adottata, fanno una scoperta terribile.

Sono bestiame, nient’altro che carne da macello destinata alle bocche malefiche di mostruosità mai viste prima. Emma è risoluta, determinata; Norman è intelligente, riflessivo; Ray, il terzo componente del gruppo, è furbo e calcolatore. Tutti e tre prendono una decisione: fuggiranno dalle mura di quell’inferno mascherato da luogo amorevole, impediranno alla criptica “mamma” Isabella (la responsabile dell’istituto) di mandare a morte i bambini di età compresa tra i 6 e i 12. Tutto d’un tratto, ogni singolo momento vissuto nei loro quasi 12 anni di vita assume un senso: i test fisici e mentali, le cure amorevoli e confortanti della loro adorata mamma, l’assenza di notizie dei fratellini che, in passato, avevano trovato una famiglia con la promessa di non dimenticarsi di loro. Eppure sembra non esserci via di scampo: braccati, tra le mura dell’orfanotrofio, dalla presenza asfissiante e ansiogena di adulti famelici, minacciati dall’incombere di creature feroci al di fuori delle mura della loro casa.

Ma, nonostante tutto, all’orizzonte si staglia la prospettiva di una Terra Promessa che li condurrà verso la libertà e la salvezza. Emma non può rinunciare all’idea di lottare: se non per se stessa, deve farlo almeno per i suoi fratellini.

Deve essere, a sua volta, una mamma per quegli orfanelli destinati a un finale tragico, condurli attraverso una corsa a perdifiato verso le insidie del mondo esterno. È una consapevolezza, questa, che assumiamo quasi sin da subito, nei primissimi episodi di The Promised Neverland. In quelli successivi, l’anime imbastisce un racconto il cui ritmo è scandito da insidie, dubbi, colpi di scena e tradimenti.

La grande fuga

In sceneggiatura, molto spesso, accade che l’originalità di un racconto passi in secondo piano rispetto alla qualità della scrittura. In The Promised Neverland ciò che conta davvero non è il finale, ma come lentamente ci si arriva. È una filosofia, questa, che permea per intero l’opera originale e che, ovviamente, è stata trasposta dallo staff di CloverWorks con grande intelligenza nell’adattamento televisivo.

Poco importa, ad esempio, capire quale sarà il destino di un personaggio di fronte alla profondità con cui gli autori hanno lavorato sulla psiche dei protagonisti. Nelle figure dei tre piccoli si riflettono archetipi differenti costruiti sulla mitologia classica del tipico eroe da shonen: Emma incarna il coraggio innocente di chi vuol farsi carico del dolore altrui senza pensare a se stess, Norman rappresenta la consapevolezza del sacrificio, Ray l’anti-eroe nell’ombra che fa da contraltare alla luce emanata dalla protagonista.

Da questo trittico si staglia, in secondo piano, un mosaico di personaggi ora carismatici – come Don e Gilda, che acquistano un peso sempre maggiore col progredire delle puntate – ora incredibilmente teneri e innocenti. Ma è dall’altro lato della barricata che troneggiano, forse, gli attori più interessanti: la schizofrenia di Krone è figlia di un’ambizione compulsiva e di una psiche che dà vita ad alcuni dei momenti artisticamente più intensi e inquietanti di tutto l’anime, ma è nel personaggio di Isabella che si gioca la principale altalena di emozioni e controversie.

Dapprima insondabile e austera predatrice, si trasforma col passare del tempo in una creatura ambigua ma profonda, viaggiando costantemente sul filo di un villain che da apatico diventa via via più umano. Un’evoluzione non esattamente lineare ed organica, quanto piuttosto la capacità della sceneggiatura di spostare lentamente il focus dell’introspezione dal tormento dei bambini alla complicata psicologia della mamma.

Opinione Personale The Promised Neverland:

The Promised Neverland è un’opera in cui una miriade di sotto-generi (dal fantasy al thriller, passando anche per qualche leggera tonalità di horror) si amalgamano nel calderone di uno shonen atipico e coraggioso. A fronte di un character design peculiare ed estremamente vicino al tratto della sensei nel manga, non sempre le inquadrature dell’anime restituiscono le sensazioni dei disegni originali. Va detto, però, che sul fronte artistico lo staff di CloverWorks ha confezionato un prodotto solido, esente da qualunque sbavatura e capace addirittura di sperimentare in qualche timido frangente, amalgamando la regia e gli spostamenti di camera con un utilizzo poco invasivo del digitale.

Delicata, intensa e drammatica, la prima stagione di The Promised Neverland ci lascia con un giuramento solenne: quanto visto nei primi 12 episodi non è che l’inizio di un profondo racconto di formazione, pronto a catapultarci in un vortice di tinte a metà tra il fantasy e lo sci-fi. L’anime di CloverWorks perde forse qualcosa rispetto all’opera cartacea, barocca e sopraffina sul versante artistico, ma rende anche più fruibile la scrittura grazie a una messa in scena solida e convincente.

Conclusione

The Promised Neverland” è uno shonen potente e d’impatto. L’ottimo livello di scrittura sia per quanto riguarda la trama che i personaggi, unito ai forti temi trattati, rendono l’opera una vera piccola perla degli ultimi anni. Attendo con ansia la seconda stagione.

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🖖

Alla prossima

Pubblicato da nonsolomanga

Sono Claudia, sono una lettrice accanita sin dalla tenera età. Con il tempo ho ampliato l'amore per i libri a quello per i manga nonché anime. Ma sono anche una grande appassionata di film e telefilm e collezionista.

13 Risposte a “The Promised Neverland (1 Stagione) Recensione”

  1. Non conosco né l’opera né l’anime, quindi mi baso solo su quello che hai scritto. Devo dire che mi hai incuriosita molto. Le tematiche sono forti e anche molto attuali e mostra come, in situazioni non semplici, la forza, il coraggio, l’intelligenza, possano aiutare moltissimo. è un anime che da un insegnamento importante. Poi i disegni, da quello che vedo, sono molto belli, dal tratto semplice, ma resi molto bene

  2. Devo ammettere che la trama sembra particolarmente accattivante, ne hai fatto una bellissima presentazione!Sono attirata da tutte le storie che approfondiscono la psicologia dei personaggi e mescolano generi per creare qualcosa di nuovo. Da vedere allora!

  3. sembra una storia alla Peter Pan, con la differenza che inquesto wow altro che CapitaNO Uncino mi hai incuriosita davvero molto la recensione è molto curata complimenti spero di poterlo recuperare presto.

  4. Le tematiche trattate mi incuriosiscono molto! Grazie per la recensione ricca e sincera.

  5. Ciao mi piace la storia di questo anime, molto avvincente e con un filo logico che racconta come si evolvono le loro vite, grazie delle info

  6. Ciao carissima la storia mi sembra davvero bella ma mi hanno colpito soprattutto i disegni.

  7. Non conosco purtroppo questo anime ma devo ammettere che la trama mi attrae non poco. In particolare sono incuriosita dalla profonda psicologia della “mamma” nella quale convivono sentimenti ambivalenti, quali l'”amore” per i suoi bambini ma al contempo la freddezza di chi sa che manderà i propri bambini ad un destino di morte.
    Devo confessare che già questo è un motivo più che sufficiente per me di avvicinarmi a questo anime.
    Maria Domenica

  8. Uao! Trama avvincente ma più di tutto sono affascinata dai disegni e dai colori che vedo nelle tue immagini:gli autori hanno fatto davvero un ottimo lavoro.

  9. Grazie a te riesco sempre a conoscere nuovi anime e/o manga. Mi hai incuriosita moltissimo grazie alla trama e voglio capirne di più su cosa ci sia dietro quei cancelli oscuri e se il trio alla fine riuscirà a salvarsi,

  10. Colorato e un po’ inquietante come i migliori anime. Del genere amo proprio questa dicotomia, che li rende sempre misteriosi.

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