I Vampiri nel folclore Orientale.

Ciao a tutti, ben tornati sul mio blog. Continuiamo il nostro viaggio nell’esplorazione della figura del vampiro, così come si é evoluta in giro per i mondo. Oggi parleremo dei Vampiri nel folclore Orientale.

I Vampiri nel folclore Orientale.

Il vampiro nel folclore orientale. L’Asia e le terre denominate con l’evocativo Oriente hanno avuto un peso fondamentale nella definizione dei miti e delle leggende vampiriche (e non solo) attuali nel mondo moderno, soprattutto per gli aspetti mostruosi e orripilanti, caratteri distintivi dei vampiri d’Oriente.

I Vampiri nel folclore Orientale – La Cina

I Vampiri nel folclore Orientale - La Cina - Chiang_Shi

Una delle credenze cinesi più diffuse riguarda la molteplicità dell’anima; si ritiene, infatti, (come già nell’Antico Egitto), che ogni essere umano possegga più anime, ognuna delle quali con un differente destino.

Una di queste si pensa resti nel cadavere: è il p’o, il livello più basso: se il corpo ospite non viene distrutto completamente e viene anzi a trovarsi esposto ai raggi della Luna, o se entra a contatto con il sangue di un qualche animale, l’essenza vitale del p’o si fortifica, dando origine al chiang-shi.

Esso è uno spirito in grado di rianimare cadaveri o di costruirsi egli stesso un corpo partendo da materia putrescente e in decomposizione: ha gli occhi rossi, artigli affilati, una folta peluria e il colorito verdastro tipico dei cadaveri. Può volare, tramutarsi in nebbia, rendersi completamente invisibile. Per distruggerlo bisogna trovare il luogo del suo riposo diurno e dare fuoco al corpo marcescente.

Kuei

Affiancato al chiang-shi c’è il kuei: questa razza di demoni viene generata dalle anime di coloro che in vita sono stati malvagi. Hanno la particolarità di muoversi sempre in linea retta, ma subitaneamente si voltano indietro non appena incontrano un ostacolo, anche semplice come un paravento di bambù.

Parte di questi miti ci sono giunti anche grazie al gran lavoro di ricerca di Jan Jacob Maria de Groot, trascritto nell’opera The Relìgious System of China: in questa sede, ad esempio, egli traduce il nome del chiang-shi letteralmente come corpo-spettro, riassumendo già nel nome l’essenza di questo mito.

In Tibet: I vampiri sono rappresentati come terribili creature dagli occhi iniettati di sangue e con la bocca verde, divoratori di morti e padroni dei cimiteri.

Vampiri nel folclore Orientale – Malesia

I Vampiri nel folclore Orientale - Malesia - langsuir

Le langsuir, donne morte di parto, che divenute vampiri acquistano il sembiante di bellissime e letali fanciulle, in grado di volare, con unghie lunghissime e capelli ancora più lunghi. Esse succhiano il sangue dei bambini grazie ad una fessura che hanno alla base del collo.

Per sconfiggerle bisogna tagliar loro le unghie e coprire la fessura succhia-sangue con i loro stessi capelli. Infine, per impedire ad una donna morta di parto di diventare langsuir, le si riempie la bocca con pezzetti di vetro e le si trafiggono con gli aghi le palme delle mani.

Lo stesso trattamento avviene al figlio nato morto, onde evitare che esso stesso si tramuti in vampiro, il pontianak, o mati-anak.

Pennangalan

Letali sono anche i pennangalan, delle teste volanti con al collo una collana fatta da intestini animali dai quali gronda sangue mortale: per difendersi dai loro attacchi, gli abitanti dei villaggi pongono sulle loro case i rami di una pianta spinosa per far sì che i letali intestini vi restino impigliati.

Polong

Di natura sciamanica (molto simile alle bambole voodoo) sono i polong, che vanno creati da uno stregone in coppia con i pelesit. Entrambi sono delle piccole creature, non più grandi della punta del mignolo, il cui compito è quelli di uccidere il nemico designato dallo stregone stesso. Prima interviene il pelesit, che pratica nel corpo della vittima, con la sua coda a succhiello, il buco nel quale andrà a sistemarsi il polong. A questo punto il polong inizia il suo lavoro di succhiare il sangue del corpo ospite. Esso viene creato con un complesso rito sciamanico: viene versato il sangue di una persona assassinata all’interno di un’ampolla dal collo stretto e lungo, quindi si recitano alcune invocazioni. Dopo alcuni giorni, quando dall’ampolla si ode uno strano cinguettare, allora vuol dire che il polong è pronto e bisogna subito dargli del sangue affinché possa crescere sano e forte per la sua missione: generalmente la prima razione gli viene data dallo stregone stesso attraverso un dito della sua mano.

Inoltre vi è il bajang, in genere di sesso maschile, che si presenta sotto forma di gatto. Il bajang è solito assalire i bambini, dato che secondo il mito questo demone proverrebbe dal corpo di un bambino nato morto.

Vampiri nel folclore Orientale – India

l’India, che ha certamente una mitologia molto antica e, nel caso dei vampiri.

I Vampiri nel folclore Orientale - India

Queste prime figure sono molto simili a demoni, spesso così temuti da dedicare loro la costruzione di templi votivi nei quali offrire loro in sacrificio degli animali per placare la loro fame ed evitare che si accaniscano sui villaggi.

È il caso del bhuta, il più noto demone-vampiro indiano, un essere notturno che di giorno ha la possibilità di riposarsi sulle culle appese al soffitto che trova nei templi e nelle cappelle a lui dedicate.

Rakshasa

Il più temibile ed antico vampiro indiano è però il rakshasa, le cui prime tracce si possono trovare negli antichi Rig Veda, secondo i quali l’uomo stesso è nato dal sangue di un essere o divinità primigenia denominato Parusa, simile al gigante Ymir della mitologia nordeuropea, che ha invece dato origine al mare.

Il rakshasa è, dunque, un mutaforma, in grado di diventare lupo o anche bellissima donna, ma la cui forma originaria è quella di una pallida creatura luminosa con un alone azzurro intorno alla gola ed una cintura di campanelle alla vita, con il corpo perennemente macchiato di sangue. Volano e di notte si rifugiano sugli alberi: in vita erano uomini che sono diventati demoni poiché si sono nutriti del cervello dei loro simili.

Baital

Ad essi si aggiungono i baital, o vetala, che riposano appesi agli alberi a testa in giù, sono in grado di animare i cadaveri e camminano tra gli uomini in cerca di prede sotto le spoglie di pellegrini o donne anziane. Considerano se stessi come i re dei vampiri indiani e per questo spesso si presentano con vesti sgargianti ed impugnano una spada scintillante.

Il brahmaparush, invece, attinge il sangue delle vittime attraverso il loro teschio.

Pisacha

Insieme a queste figure, i testi vedici citano anche il divoratore di carne cruda, il kravyad, noto anche come yaksha. Temuto per la rapidità delle sue sortite, questo vampiro, oggi noto come pisacha, ha assunto anche alcune connotazioni benevole: simile ad una divinità capricciosa, esso può concedere favori a chi gli fa offerte di suo gradimento.

Quando, infatti, una persona soffre di un male incurabile, ogni notte si reca ad un crocicchio con offerte di cibo nella speranza che compaia il pisacha e gli conceda una facile guarigione.

Se, però, le offerte non sono di suo gradimento, egli si ciberà direttamente dal corpo del questuante.

(Questa figura leggendaria ricorda la leggenda voodoo di Papa Legba, signore dei crocicchi, anch’esso capriccioso demone che concede i suoi favori o la morte a chi ne richiede i servigi – controllare)

Jigarkhwar

Infine, resta da citare la jigarkhwar, vampiro-strega della regione del Sind, che con le sue arti magiche può arrecare danno agli esseri umani. Per neutralizzarla, bisogna marchiarle a fuoco le tempie, riempirle la bocca di sale e tenerla a testa in giù per quaranta giorni.

Buona parte di queste leggende sono giunte a noi anche grazie all’opera dello scrittore ed esploratore Richard Francis Burton, riunite nella raccolta Vrikam the Vampire.

Va menzionato, infine, che l’India è la terra dei thugs e della dea Kālī, la sanguinaria divinità quadrumane che porta in sé tracce di vampirismo e cannibalismo.

Vampiri nel folclore Orientale – Giappone

I Vampiri nel folclore Orientale - Giappone - Nukekubi

I vampiri appaiano nel cinema giapponese sin dagli anni cinquanta, il folklore alla base ha origini occidentali.

La creatura più simile al vampiro nella tradizione culturale nipponica è forse il nukekubi, la cui testa e collo sono in grado di staccarsi dal corpo per volare via e andare a caccia di prede umane

Spero vci sia piaciuto questo viaggio nel folclore nel folclore Orientale.

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Alla prossima  🖖

Pubblicato da nonsolomanga

Sono Claudia, sono una lettrice accanita sin dalla tenera età. Con il tempo ho ampliato l'amore per i libri a quello per i manga nonché anime. Ma sono anche una grande appassionata di film e telefilm e collezionista.

11 Risposte a “I Vampiri nel folclore Orientale.”

  1. Tra gli articoli sui vampiri che girano nel web, questo è di sicuro il più completo come anche la rubrica che hai creato, ti faccio i miei complimenti e mi chiedo visto e considerato che di materiale sui vampiri ne abbiamo a iosa, sorge spontanea una domanda come è possibile la creazione di soggetti orripilanti come quelli della saga di Twilight? Ovviamente la risposta è tutt’intorno a noi. Per noi puristi del genere esiste ‘il vampiro’ poi ovviamente i gusti son gusti.

  2. Ciao Katrin, sono contenta che ti piaccia la nuova rubrica. I Vampiri che brillano al sole, che non succhiano sangue umano e ancora che girano di giorno senza alcun espediente narrativo (per lo meno in Vampire Diaries hanno degli anelli stregati). Non ne ho idea, ma Twilight più che una serie sui vampiri é un serie rosa fantasy per ragazze, ben lontana dalla creatura delle tenebre del folclore.

  3. Buona sera! Ho letto con molto interesse anche questo tuo approfondimento sui vampiri, trovandolo interessante quanto i precedenti. Su quali fonti (manualistica, per esempio) ti basi? Sarei curiosa di leggere di più in merito.

  4. Ciao Chiara, per citarne alcuni:Il vampiro e la melanconia. Miti, storie, immaginazioni,Il Mito del vampiro. Da demone della morte nera a spettro della modernità,Alla luce del crepuscolo. Vampirismo e licantropia nella storia e nel mito

  5. Dall’alto della mia ignoranza, lo ammetto, non sapevo che il mito del vampiro avesse in realtà un origine così vasta e che il suo mito, con piccole variazioni, si espandesse praticamente in tutto il mondo. E’ bello leggerne le differenze in base alle culture!

  6. Articolo interessante e molto dettagliato, ti faccio i complimenti anche perché mi affascina molto l’argomento, finalmente qualcuno che fa un post completo sull’argomento e incursione anche il lettore che lo legge

  7. Ho letto con molto interesse questo tuo articolo, ho scoperto con piacere cose che non sapevo proprio. Molto interessante

  8. Come sempre, sono rimasta molto colpita dal tuo articolo. Non ero a conoscenza di tutta questa varietà di vampiri, delle loro caratteristiche e delle tradizioni legate ad essi.
    Pur nella loro inquietudine, mostrano infatti un’origine ed una storia uniche che le rendono particolari.
    Maria Domenica

  9. Mi hanno sempre affascinato le storie sui vampiri.. guardo sempre tanti documentari su questo argomento quindi questa lettura è stata davvero piacevolissima!

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